3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Anche se l'attuale società, rispetto a tempi non molto lontani, ha considerevolmente cambiato visione rispetto determinate argomentazioni un tempo veri e propri tabù, l'esser un individuo particolarmente legato al mondo "oscuro", a ciò che palesemente è definito occulto, il poter proporre una visione "real noir" stando sempre ben lontano dalla pura negatività ma descrivendo frammenti, sia di vite passate che dell'attuale esistenza, in maniera razionale e realistica evidenziando talora malinconia di un trascorso ormai perso nell'oblio, mi ha permesso di ritrovare parte di me stesso e di conseguenza definire alcuni obiettivi per i quali prima avevo solo un'offuscata visione.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Scegliere un titolo non è mai cosa semplice soprattutto se questo non è mirato a dare significato ad una singola, seppur districata, storia. Racchiudere una moltitudine di pensieri in pochissime parole comporta un impegno molto più importante rispetto a quanto scritto all'interno delle pagine. Come ho detto prima, i pensieri sorgono dal nulla e senza apparente motivazione, un titolo invece deve accorpare il tutto e chiaramente dev'essere un abito cucito a misura perfetta. "Tenebras et Lucem" esprime appieno quanto il lettore troverà dinanzi a sé, un ridondante vai e vieni di emozioni che rimbalzano tra l'Oscurità e Luce.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft, due geni! La follia che si trasforma in arte. A prescindere dal testo, se letti con la giusta profondità conducono il lettore a dimensioni sconosciute e, se fossimo veramente su un'isola deserta, credo che non ci sia strada migliore che quella di credere profondamente in se stessi quasi a considerarsi unico Dio su questa terra. A dir la verità non disdegnerei avere qualche utile appunto sui fondamentali della sopravvivenza. Saper accendere un fuoco, costruire un capanno con i minimo sforzo e saper costruire le giuste trappole per potersi cibare non fa mai male...
6. E-book o cartaceo?
Niente è paragonabile all'essenza della carta, al poter sfogliare una pagina alla volta sfiorati in viso dal quel lieve soffio che miscela inchiostro e cellulosa. Chiaro che se ci si sposta per lunghi periodi o frequentemente non è possibile caricar le valigie di libri e quindi l'evoluzione e la tecnologia offrono sfogo e soddisfacimento in ogni dove. Non sono particolarmente affascinato da questo incontrollato progresso ma ritengo comunque un e-book innocuo e quindi elemento decisamente utile a coltivare la passione verso la lettura.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Tutto nasce per caso. A scuole non ero certo il numero uno in letteratura ma, inconsapevolmente, diverse passioni mi hanno portato a documentarmi molto su argomentazioni decisamente particolari quali esoterismo, occultismo e paranormalità. Scienze dal linguaggio ricercato e forbito che con il passar del tempo hanno dettato un percorso ben preciso, un cammino che nel suo pieno impeto mi ha portato ad affrontare alcune esperienze matrici di mille pensieri. Ho iniziato così a pubblicare qualcosa sui social network, senza alcuna pretesa ma solo come libero sfogo. Dopo qualche pubblicazione, grazie alle condivisioni di alcuni amici già scrittori, venni contattato da una Casa Editrice che mi chiese se fossi stato interessato a racchiudere i miei scritti in un libro, da qui l'inizio di questa avventura.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
"Tenebras et Lucem" è il proseguo del mio primo libro "Il Fragore del Silenzio". Entrambi nascono dalla sete di conoscenza, dall'introspezione e dalla ricerca del mio vero IO. Come anticipato, sono un appassionato del paranormale e quindi del ghost hunting ovvero un ricercatore del paranormale. Agnostico di natura, rispetto ma non condivido alcun tipo di culto religioso. Mi piace esser libero pur mantenendo una certa apertura mentale nel qual caso dovessi un giorno imbattermi nella concretezza di un credo e non nelle mere parole di storie tramandate nei secoli, di qualsiasi natura esse siano. Detto questo non mi sono mai tirato indietro nella sperimentazione, mettendo spesso in gioco me stesso a tal punto da abbandonarmi nelle mani di due streghe e concedere loro i miei più profondi ricordi. Un viaggio nel tempo, nelle vite passate che, fino a quel momento non avevo mai creduto nella reincarnazione, ha aperto nuove porte e un labirintico percorso nella via dell'esistenza. Dettagli molto particolari che han trovato preciso riscontro storico hanno aperto in me una vecchia e invisibile cicatrice dalla quale, non solo è nato il mio pseudonimo Edgar Atheling, prendono vita e forma tutti i pensieri che il lettore potrà valutare.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sono padre di tre splendidi ragazzi e ogni volta vivere l'emozione di vedere il grembo di mia moglie crescere giorno dopo giorno fino all'apoteosi del primo vagito non vi è alcuna parola tale da poterne descrivere appieno l'emozione. Per uno scrittore quel grembo è fatto di pagine. Un foglio dopo l'altro, una pila di carta che si alza sempre di più. Le contrazioni della prima correzione e poi un'altra e un'altra ancora... Arriva poi il giorno del "Visto si stampi", l'inizio di un sospirato travaglio in attesa di quell'agognato vagito che ben presto arriverà.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie. Ormai succube di tutte le mie manie, anche se non condivide le mie passioni, mi ha sempre supportato ma soprattutto sopportato. Lei è la prima vittima nonché correttrice e meticolosa critica.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ad ogni libro una voce. Ho avuto modo di ascoltare qualche audiolibro e purtroppo devo dire che nella maggior parte dei casi è palese un lavoro fatto a distanza, nessun contatto diretto tra scrittore e lettore, sempre che ci sia stato. La lettura è passione e il coinvolgimento emotivo durante la lettura è di basilare importanza per fa si che venga trasmesso appieno quanto lo scrittore ha creato. Maschile o femminile, acuta o profonda che sia, la voce quanto la cadenza sono di vitale importanza alla riuscita o meno del progetto. Se questi fattori trovano la giusta armonia, credo che investire sulla nuova frontiera non possa far altro che giovare al mondo letterario.