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BookSprint Edizioni Blog

06 Lug
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Intervista all'autore - James Thomas Hoberdan

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Libertà. È un vortice di idee, di immagini che si accumulano e devono essere liberate.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Solamente piccoli frammenti che uso per agganciare i racconti alla vita pratica.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Trovare il modo di cambiare prospettiva, punto di vista. È semplice pensare di vedere le cose sotto una nuova luce ma, non è un processo immediato. Per poterlo fare bisogna rivoluzionare il modo di pensare a monte di se stessi. Scrivere questo libro è stato l'avvio di questo processo.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Semplice. I racconti stessi decidono il titolo, io semplicemente lo trascrivo.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

"La decadenza della menzogna" o "Se una notte d'inverno un viaggiatore" perché non mi stanco mai di rileggerli.



6. E-book o cartaceo?

Adoro il profumo e la fisicità della carta ma credo che il futuro sia l'e-book. Non sono un esperto ma credo che per una questione di maggiore immediatezza, possibilità di diffusione e costi di pubblicazione inferiori, l'e-book sostituirà definitivamente il cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Il mio primo amore è l'illustrazione, sono nato con la matita in mano, ma con il passare del tempo, ho iniziato a scrivere frasi brevi, pagine e poi racconti. Poco per volta è divenuta un'esigenza che ora si muove di pari passo con la creazione delle illustrazioni.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Ho sempre tifato per i "cattivi" delle storie inventate. Credo che siano personaggi rivoluzionari, avanguardisti. Vedo, invece, i "buoni" come ottusi, conservatori e autoritari. Il libro nasce per provare a cambiare punto di vista, per vedere la figura dei "cattivi" da una nuova prospettiva. Una notte riflettevo su questi argomenti quando ho sentito un'irrefrenabile esigenza di prendere la penna e su di un foglio firmare: James Thomas Hoberdan. Il libro nasce da lui e a lui devo tutte le idee che hanno composto il racconto pubblicato e quelli che verranno.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Non è una cosa alla quale ho mai dato peso perché scrivere per me è un'esigenza ma, quando ho visto i racconti stampati, mi sono emozionato moltissimo e ho compreso la bellezza di vedere il proprio lavoro e le proprie idee concretizzarsi.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Il mio migliore amico Fabio e la mia compagna Miriam. Mi sono sempre di gran supporto e ciò che scrivo passa sempre sotto il loro controllo. Se non fosse per Miriam non avrei mai pubblicato.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È una forma di comunicazione che trovo positiva, una possibilità in più di divulgare le idee. Un buon aiuto per i non vedenti. Non dovrebbe però fare perdere le capacità di lettura degli individui.


 

 

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Giovedì, 06 Luglio 2017 | di @BookSprint Edizioni

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