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09 Mar
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Intervista all'autore - Emilio Giovanni Paparo

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me è uno sfogo spesse volte furente. Mi permette di manifestare pensieri e sentimenti che si agitano dentro di me. Scrivere è come vivere esperienze entusiasmanti.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Il libro è frutto della mia fantasia, non ci sono riferimenti alla mia vita reale.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Cito una frase di Seneca: “La vita è come una commedia, non importa quanto è lunga, ma come viene recitata.” L’opera l’ho iniziata verso la fine del 2013 per burla, ma l’ho subito abbandonata perché non rientrava nei canoni del mio stile. Nel 2016, su incitamento dei miei figli, ho ripreso il racconto portandolo alla conclusione. Il libro, pur essendo schietto e lieve, offre molti spunti di riflessione come ad esempio la pervicacia dei protagonisti per raggiungere uno scopo che dia un senso alla propria esistenza.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata fulminea. Trattandosi di un racconto con lunghi percorsi, mi è venuto spontaneo: “In cammino…”



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Sull' isola deserta porterei con me “Le poesie” di G. Carducci, grande poeta storico ed epico. Le sue odi mi ricordano avvenimenti gioiosi ed anche tristi della mia fanciullezza.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Sin da ragazzo mi dilettavo a scrivere poesie, poi ho provato a cimentarmi nella scrittura di mini racconti e di romanzi che ancora sono in cantiere. Non mi sento uno scrittore, troppo esagerato!



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L’idea nasce per scherzo. Molto tempo fa, percorrevo un sentiero di campagna assolato; notai un ragazzo alto e magro, somigliante ad uno spaventapasseri, in mezzo agli animali. Rientrato a casa, buttai di getto su un foglio alcuni osservazioni su quello che avevo visto. Da quegli appunti ha preso forma il personaggio di “Tola”.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Grande soddisfazione. Da questa pagina colgo l’occasione per ringraziare Vito Pacelli e tutto il suo team, in particolare Gerarda e Gianvito, che mi hanno seguito passo dopo passo nella realizzazione del mio primo libro, cosa che mi appariva ardua e chimerica.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

La prima persona che ha letto il libro è stata mia figlia Anna.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Scettico!

 

 

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