2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ho sempre scritto prevalentemente nella pausa pranzo, perché il mio lavoro mi consente una pausa abbastanza lunga, facendo orari da negozio, e perché alla sera, vuoi la stanchezza fisica e mentale di un lavoro pesante e sempre a contatto con la gente, vuoi la voglia di svagare e seguire le mie altre passioni, ho trovato particolarmente comodo quel momento della giornata.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Senza ombra di dubbio Valerio Massimo Manfredi, che ho anche avuto la fortuna di conoscere a Lucca Comics qualche anno fa. Ho letto tutti i sui libri e mi regala da sempre ore di letture stupende. Poi non posso non citare George R. R. Martin, che ho amato usare come esempio per scrivere il mio racconto, sfruttando come lui, i punti di vista dei vari protagonisti.
4. Perché è nata la sua opera?
È nata sicuramente un po' per gioco e un po' per sfida personale, ma come ho già accennato prima, in realtà era solo in attesa trovare la strada giusta per uscire alla luce del sole. Avevo già provato anche in passato a scrivere qualcosa di più impegnativo rispetto a piccoli racconti, ma mai come questa volta, i tasselli della trama, dei personaggi e della mia vita privata, si sono posizionati così bene quasi da soli.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il mio racconto è un Fantasy, ma nonostante questo, il quotidiano che mi circonda mi ha sicuramente ispirato molto. Come per tanti, i personaggi principali sono cari amici con cui condivido la vita e la natura degli uomini, con tutti i pregi e difetti del caso, che dà vita e il via alla storia è sotto gli occhi di ognuno di noi, sempre. Ammetto anche che aver combattuto tanto, sia a mani nude che in armatura, provocandomi anche diversi traumi e ferite di vario genere, ha agevolato molto il poter raccontare dettagliatamente le scene delle battaglie e dei vari scontri.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
In generale penso entrambe le cose, ma nel mio caso sicuramente un’evasione. Amo lavorare di fantasia e non c'è mondo migliore di quello che crei tu.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi molto, perché nonostante il contesto fantastico, ho cercato di caratterizzare i vari personaggi in maniera realistica, facendoli reagire come penso reagirei io naturalmente non in situazioni uguali, ma simili.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Devo ringraziare sicuramente i miei genitori e i miei amici e amiche perché oltre ad essere stati di indubbia ispirazione, hanno anche fatto morale nei momenti di difficoltà.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Per intero a nessuno finora. Speravo di avere prima il giudizio di qualcuno del settore, per capire se valeva la pena sperare di vederlo pubblicato e per fortuna tra poco potrà leggerlo chiunque sia anche minimamente interessato.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Io personalmente adoro il cartaceo, adoro tenere fisicamente in mano un libro, sfogliarlo, sentire l'odore delle pagine e magari segnare anche qualche passaggio che mi ha colpito particolarmente e poi, diciamolo, è bello poter guardare la propria libreria riempirsi nel tempo. Però devo ammettere che l'e-book è fondamentale se si vuole raggiungere più gente possibile, perché sempre più persone lo leggono e perché da a tanti la possibilità di sfruttare il basso costo se si è indecisi sulla scelta del libro. Io stesso spero di poter proporre anche la versione in inglese dell'e-book del mio racconto per arrivare a mercati diversi dal nostro dove il Fantasy è più apprezzato come genere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piacciono molto, ne ho ascoltati alcuni tratti dalle indagini di Sherlock Holmes e li trovo davvero fantastici per passare momenti in assoluto relax, in più li considero un ottimo metodo per abbattere le barriere create da handicap più o meno gravi o anche solo dalla banalissima pigrizia di molti nei confronti della lettura.