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BookSprint Edizioni Blog

23 Dic
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Intervista all'autore - Libero Pensiero

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Nato in Italia, da mamma di provenienza ciociara e papà viterbese, però, di provenienza alta Savoia, oggi francese. Il luogo dove sono nato è uno splendido paesino del basso viterbese, dove sorgono tantissimi ricordi etruschi, romani e medievali. All'età di otto anni trasferito a Roma con la famiglia per motivi di lavoro di mio padre. L'estate la passavano tra la Ciociaria e l'alta Savoia. Erano anni davvero belli e spensierati. Le persone erano diverse, se potevano, davano volentieri una mano e la dignità delle persone era vera. La moralità aveva un senso.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Oggi ci sono tantissimi libri da leggere. Quando ero giovane i libri da leggere erano i classici, molti anche oggi possono insegnare molto. Un libro che rileggerei volentieri è “Guerra e Pace” di Leone Tolstoj. I giovani purtroppo non sono più abituati a leggere, ormai stanno solo al telefono, avessero almeno il buon senso di scaricare qualche libro, potrebbero sicuramente allargare la mente! Agli adolescenti consiglierei innanzi tutto un bel libro per sognare, qualcosa che possa stimolare la loro fantasia, poi uno o più, che possa invece raccontare le cose vere della vita. Per aprire gli occhi e aspettarsi quello che li attende. In fine consiglierei di leggere la Bibbia, almeno una volta nella vita, per capire fino in fondo cosa è la moralità.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Purtroppo sta diventando una consuetudine avere il libro scaricato on line, posso essere d'accordo fino ad un certo punto. Lo so che ci si fa anche una questione ecologica, però penso che il libro cartaceo ti impegna, è qualcosa che ti rimane, lo vedi, ce l'hai lì sul comodino e vieni attirato dalla lettura. Insomma, il libro è tale se stampato. Sarà un pensiero antiquato, ma la vedo così. Poi, cartaceo o no, l'importante è leggere, certamente cose vere e soprattutto scritte bene.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Scrivere ce l'hai dentro e prima o poi esce allo scoperto. Puoi scrivere di tutto, puoi scrivere e tenerlo per te; ci sono tantissime persone così, veri e propri poeti nascosti, scrittori vergognosi che non vogliono mettere in piazza i loro sentimenti; Leopardi, scrittore e poeta teneva tutto dentro, poi è esploso. A volte mettere per iscritto i propri sentimenti, quello che vorresti dire ad una persona, riesce meglio che non detto a voce. Lo scritto lo interpreti come vuoi, a voce alcune volte puoi esser freddo, cocciuto o non riesci, per orgoglio, per stupidità, ad esprimere quello che senti dentro.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

È stato qualcosa di pancia. Scritto in treno dopo avere rivisto nella mente ogni cosa accaduta. È stato un risveglio di cose sopite, ma mai sparite, mai distrutte. Essere stati presi in giro, questo è quello che più mi ha fatto male. I ricordi ce li hai tutti dentro a volte basta un niente per riportarli a galla. E così nasce il racconto, uno spaccato di vita vissuta, qualcosa che potrebbe essere capitato a molti, che, però, non hanno avuto il coraggio di farlo sapere. Condividere oggi è entusiasmante, il ricordo, i ricordi sono tutto ciò che puoi portare sempre con te.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Leggere attentamente questo racconto, può generare molte fantasie. Deve essere considerato quello che effettivamente è stato, qualcosa di favoloso per due ragazzi dell'epoca. Al di là del risvolto di per se erotico, il racconto mette in evidenza, la mentalità dell'epoca, la menzogna, non esiste quella a fin di bene, la menzogna è e rimane tale, l'amore puro tra due giovani romantici, l'amore duraturo anche se lontano. Fate sì che queste cose non accadano più.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

La vita non è quella che sogni. Oggi poi ti trita. Scrivere mi è sempre piaciuto; con degli amici universitari, tanto tempo fa, avevamo iniziato a comporre libri educativi storia e geografia per le scuole medie e superiori, poi questo progetto non andò più avanti poiché ogni uno di noi aveva bisogno di altre cose, come per esempio e purtroppo, il lavoro. Il libro in questione nasce come detto di getto, se la vena scrittoria sia esaurita o meno, lo vedremo più in la.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

I ricordi narrati nel libro sono tutti bei ricordi. Quelle estati erano davvero speciali, certamente non posso dire di aver avuto un'adolescenza brutta.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No mai, perché nell'arco del tempo del viaggio di ritorno era finito.



10. Il suo autore del passato preferito?

Molti autori per molte esperienze. Da ragazzino, Salgari mi affascinava. Poi Dumas con "Il conte di Montecristo". Crescendo Tolstoj, ma anche Marx con “Il Capitale” e via dicendo. Autore preferito vero e proprio non c'è, libri buoni di un certo livello.Oggi, per quello che è il caos che ci circonda, consiglierei di leggere la Bibbia. Non è un libro antiquato come alcuni fanno credere, ho riscoperto che invece è attualissimo in molti passi e leggerla attentamente può essere utile. Chi meglio del suo autore ci può conoscere? E' lui che ci ha fatto.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Mi sembra di essermi già espresso sopra. Posso solo aggiungere che il sacrificio di un albero rende meno ciucci i cervelli dei nostri figli e nipoti. Leggere un libro, tenerlo tra le mani, girare le pagine, non è uguale ad avere un tablet in mano e ogni tanto passare dal rispondere al telefono, ad un gioco, e poi leggere e ricordare. Forse le menti dei giovani di oggi sono più sveglie e recepiscono meglio, ma sono convinto che fermarsi e leggere qualsiasi cosa da un libro cartaceo rimane più impressa. Importante è leggere, ponderare su ciò che insegna quel libro e cercare di farlo tuo. Se ti insegna qualcosa di serio, di vero, mettilo in pratica.

 

 

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