2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Essendo un fantasy la maggior parte delle situazioni sono inventate di sana pianta, ma a livello emotivo c'è molto di me, ed avendolo scritto in prima persona, mi sono sempre chiesto prima cosa avrei provato io in quella situazione, quindi non è un libro autobiografico ma dentro c’è molto di me.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Come ho scritto anche prima mi sono trovato in una brutta situazione, in un momento difficile. Ritrovarsi disoccupato a 52 anni non è propriamente un bel momento, ma forse per la prima volta in vita mia ho fatto una scelta egoistica facendo quello che mi piace fare e quello in cui credo riuscire meglio. Caratterialmente sono purtroppo uno che inizia mille cose e ne porta a termine poche, ma questa volta sono andato fino in fondo soprattutto nel credere a me stesso e questo mi ha fatto sentire bene con me stesso. Non so come andrà il libro, lo scoprirò solo nei prossimi mesi, ma già ora mi ha dato più soddisfazioni che molti anni di lavoro. Una nuova chance, una nuova emozione, il coronamento di un sogno che ormai avevo quasi sepolto.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Assolutamente facile, anche perché non ho conoscenze storiche o geografiche per cimentarmi in scritture più complicate. Mi sono detto "scrivo un fantasy " così almeno posso più o meno scrivere quello che voglio. Avevo già un' idea della storia e sono andato dritto fino alla fine. Mi è bastato cominciare e poi il resto è venuto da solo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sono un amante dei romanzi, leggo soprattutto i classici scrittori tipo Follet, Grisham, Ludlum e via discorrendo. Il primo libro che ho letto avevo ormai diciotto anni ed è stato "Sulle ali delle aquile" di Follet, e da lì, non mi sono più fermato, quindi non fosse altro che per gratitudine porterei con me Ken Follet. Amo comunque letture in un certo senso facili, e fra gli scrittori attuali devo dire che mi ritrovo molto in Fabio Volo, per la sue scrittura scorrevole e facilmente comprensibile.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo tutta la vita, non sarei capace di leggere un E-book. Il mio libro l' ho pubblicato inizialmente come e-book ma solo per mancanza di fondi, ma poi ho fatto di tutto per arrivare alla pubblicazione in cartaceo. Con il libro ho un rapporto fisico. Un libro ha un odore, un peso, un rumore che non puoi sostituire con uno schermo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Come ho già scritto, il libro è un antico sogno che coltivo da una trentina di anni, ma che per vari motivi legati al lavoro, alla famiglia e comunque alla mancanza di tempo avevo in qualche modo accantonato. La disoccupazione mi ha dato il tempo che non avevo prima, tempo soprattutto per me stesso, per fare quello che mi è sempre piaciuto fare. Diventerà una carriera? Difficile dirlo e altrettanto realizzarlo, ma ragazzi... che soddisfazione mi sono cavato!
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L' idea l' avevo già in testa da tempo e una recente pubblicità mi ha dato la spinta finale per credere che fosse una buona idea.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si può scrivere "GODURIA" o è troppo forte ? Non saprei come altro definire la mia emozione, al di là di quello che sarà poi.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un amico, o meglio un ragazzo che conosco e che mi sta particolarmente simpatico per il suo modo di fare sempre gentile, educato e mai arrogante. È albanese ed ha 23 anni ma da tanti vive e lavora in Italia. Mi stava simpatico e gli ho chiesto se avesse avuto piacere di leggerlo e di darmi una sua opinione. Poi ce ne sono stati altri, sono un po' andato in cerca di critiche, compresa quella di un professore universitario che ha già pubblicato suoi libri andando anche contro alla mia paura di trovare qualcuno che mi demoralizzasse fino al punto di non pubblicarlo. A dire il vero non l' ho ancora trovato, ma so che arriverà, tanto ormai il libro è andato quindi…
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non so bene cosa si intenda per audiolibro. Se è qualcosa di inteso come supporto a chi ha problemi fisici e non può leggere trovo che sia fondamentale, ma se è inteso in altro modo vale lo stesso discorso che ho fatto prima per gli e-book. La soddisfazione di andare in libreria, di toccare con mano un libro, di sentirne il peso, il profumo di vederne il volume. Tutto questo è insostituibile.