3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Dopo alcune difficoltà in un momento in cui ho sentito che la mia vita era sul punto di capovolgersi nuovamente come già mi era successo da piccola portandomi via entrambi i genitori, ho avuto paura, paura davvero e per la prima volta mi sono chiesta quale fosse il senso di questo nostro viaggio, di costruire, quando basta un capriccio del destino a disfare tutto. Il cammino accanto a mio marito nella sua grave malattia mi ha ributtata nella scrittura e in questo romanzo che più di tutti gli altri significa speranza, lotta ma soprattutto accettazione, che non vuol dire rassegnazione, ma fluire dinamicamente con la vita e con quello che ha stabilito per noi.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è come sempre fulminea. E' il titolo che bussa nel mio cuore, non io che vado a cercarlo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei con me Isabel Allende con il suo Piano infinito, perché è una scrittrice straordinaria, ma prima ancora una donna straordinaria, capace di rimettersi in discussione a oltre settant'anni. Ammiro la sua capacità di vedere Otre e attraverso gli strati più sottili della nostra realtà.
6. E-book o cartaceo?
Preferisco il cartaceo per romanticismo, ma non disdegno l'e-book. Chi ama leggere non si pone limiti.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Sono al mio dodicesimo romanzo, pochi di questi però sono stati pubblicati. Alcuni non li ho fatti leggere a nessuno per timidezza e insicurezza. Ma scrittrice è una parola grossa che ancora non mi appartiene ma che spero un giorno di poter onorare e meritare.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro rappresenta la rinascita. È un urlo nella notte che mi ha impedito a lungo di dormire. Mia nonna passata a miglior vita da alcuni anni mi disse in sogno una delle sue proverbiali frasi "Se non lo fai te, lo farò io quassù!", non potevo rischiare che spifferasse tutti i miei segreti nell'al di là così ho preso carta e penna.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un libro è come un figlio, si dice che si vorrebbe lasciarlo libero di essere come vuole, ma soprattutto noi mamme siamo tanto più contente quanto più ci sembra forte, bello misterioso. E lo vorremmo come piace a noi. Poi quando l'opera è compiuta ci rendiamo conto che tanto più ci siamo sforzate di renderlo secondo la nostra idea, quanto più ci è sfuggito dal controllo e la sua bellezza forse è proprio questa.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio marito che è anche il mio lettore più esigente.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La trovo fantastica, un modo per mettere in comunicazione la voce e la scrittura. Una forma di rappresentazione scenica immaginaria che la voce sa restituire con maggiore forza.