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21 Apr
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Intervista all'autore - Salvatore Ferrazzano

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Pur non essendo un "Letterato" sono stato un Elettrotecnico che lavorava elettromeccanica. Da sempre mi e piaciuto introdurmi nella letteratura per cui, quando all'età di 23 anni a causa di un incidente stradale mi ritrovai in un letto di ospedale con il braccio destro che non mi rispondeva, mi vidi crollare il mondo addosso. Poi, la ragione ebbe il sopravvento, e così, nei tempi lontani dalle cure iniziai a ritrovare il piacere della vita scrivendo poesie che dedicavo a tutto il personale ospedaliero che di me si prendeva cura. Iniziai pure a scrivere i ricordi del mio passato che divenne la mia storia e anche la mia ragione di vita finché non ripresi a lavorare. Ora che sono un pensionato mi diletto con emozione a rivedere e scrivere di quegli altri che hanno contribuito e fatto la storia della mia vita.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

In ragioni di partecipazione potrei dire tanto poiché il mio romanzo deriva dalla mia conoscenza della famiglia, e, dalle confidenze che mi faceva il soggetto interessato nella narrativa già mio amico e collega di lavoro.




3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Ho ritenuto significativo e molto importante scrivere quest'opera, anche se da me stravolta nei riferimenti e nei fatti, poiché il significato che da esso scaturisce, dovrebbe essere presente nella mente di ogni persona per avere un corretto e sicuro rapporto con le esigenze esistenziali della vita.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La mia scelta è stata definitiva dal primo momento che ho iniziato a scriverlo decidendo di intitolarlo "I due fratelli". Ma poiché ripensandolo lo trovato molto usato, ho convenuto modificarlo in: "Ademia e suo fratello".



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Ancora "L'arte di amare" di: E. Fromm. Perché nell' Arte d'amare, l'autore descrive la necessità d'amare con amore poiché, di noi, resterà solo quello che avremo amato veramente dacché, l'amore che di noi resterà sarà la nostra eredità. Tutto il resto sarà cenere.



6. E-book o cartaceo?

Preferisco cartaceo per poterlo avere in ogni luogo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Anche se la mia non deriva da una scelta ma da una condizione. La prima volta che pensai di scrivere fu quando da un libro manuale pubblicato da uno scrittore di cui non ricordo il nome, lessi: "Per essere uno scrittore ci vuole poco. Basta una storia e un libro di sinonimi e contrari".



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

La conoscenza della mamma, prima, e del figlio e della figlia dopo.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

L'unica cosa bella che ho pensato è quella di poter lasciare ai posteri il mio libro. Cioè, un oggetto che se letto con spirito d'attenzione, psicologicamente potrebbe essere molto utile anche per i genitori.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia sorella.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non mi pronuncio.

 



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Giovedì, 21 Aprile 2016 | di @BookSprint Edizioni

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