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30 Dic
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Intervista all'autore - Pasquale Locaputo

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono di Conversano in provincia di Bari. Pensionato. Ho 83 anni a marzo 2016. Non ho deciso io di fare lo scrittore, ma mi sono trovato per caso a raccontare per iscritto una storiella che è subito piaciuta. Così ho continuato. Precisamente nell'ottobre 2014.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non ho un appuntamento fisso con la scrittura: appena ho un po' di tempo mi siedo davanti al computer e creo i tratti di un personaggio: il resto viene spontaneamente man mano proseguo con la scrittura.




3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Nella mia gioventù: Marotta; in seguito De Crescenzo.



4. Perché è nata la sua opera?

Per il gusto di pubblicare e di far leggere i miei racconti e ottenerne il giudizio.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Forse nessuna influenza dal melieu paesano: forse in altro contesto avrei scelto uno stile e una scrittura diversa, forse più a la page.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Non ho queste ambizioni, né ho bisogno di evadere dalla realtà. Racconto le vita come la immagino io nelle varie epoche in cui si svolgono i fatti o sono vissuti i miei personaggi di fantasia.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Forse poco, forse tutto. Ho il gusto del pathos come ho la tentazione dell'ironia. Mi piace dimenticarmi quando sto con i miei personaggi.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Mia moglie: una donna intelligente e di buon gusto. È lei a invogliarmi a scrivere e ad aiutarmi a evitare gli strafalcioni che scivolano cammin facendo.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Non ho pazienza per costruire una trama complessa e per tenermi vincolato ad essa. Mi piacciono gli squarci di vicende semplici, che si esauriscono nello spazio di poche pagine.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Per me la carta è insostituibile, ti segue dovunque anche se manca l'elettricità o quando gli occhi non ce la fanno a fissare uno schermo troppo bianco. Un libro ti segue quando stai al mare o quando stai a letto o quando ti riposi da una lunga sgroppata in montagna. L'artificio del web è caro ai ragazzi di oggi; alla nostra generazione dà solo fastidio.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sarebbe provvidenziale ed efficace se a dare la voce sia uno che sappia leggere: dico di un attore consumato. Altrimenti si corre il rischio di rompere gli incantesimi della scrittura e del proprio coinvolgimento nelle vicende raccontate.



 

 

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