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18 Set
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Intervista all'autore - Mehdi Jahanara

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nato a Zabol in Iran (1952), allora mio padre era insegnante di scuola e si trasferì nella sua città nativa Birjand. Sono cresciuto in quella città di grande cultura in un clima desertico e con una natura non generosa ma con la gente affettuosa. Un monte alto, roccioso e violaceo, le case costruite in vari colline, gli alberi di pino, giuggiolo, melograno e le vite e pianta zafrano ornavano oasi disperse in piedi del monte. Leggere i vari libri e andare al cinema erano le mie passioni nelle calde estati. Conoscevo gli artisti e scrittori italiani prima di studiare in Italia. Nel 1985 mi sono laureato in Scienze agrarie all`università di Pisa.

 

Ho cominciato a lavorare nell’ università di Birjand come docente di micologia e patologia vegetale. La traduzione in persiano del libro di Angelo Rambelli è stato il mio primo lavoro universitario. Dopo sei anni mi sono trasferito all’ università di Mashhad come esperto di patologia vegetale con il compito di insegnare praticamente le varie di malattie delle piante. Alcuni miei lavori sono la traduzione in persiano del libro di Ugo Foscolo. “Antologia classica persiana” è un lavoro di traduzione prosastica in italiano per presentare il grande poeta epico persiano Ferdousi e presentare Nezami con il suo romanzo “Khosrou ve Shirin” con l’obiettivo di scambio culturale prossimamente uscirà da stampa il mio libro un lavoro di 18 anni con un lessico scientifico nuovo.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Per fortuna ho avuto un lavoro universitario perciò tutto il giorno e la sera studio.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Gli autori italiani che amo sono tanti ma vorrei nominare Oriana fallaci, Alberto Moravia, Umberto eco, Italo Calvino. Sull’ argomento di scienze agrarie stimo molto il professore Goidanich di patologia vegetale.



4. Perché è nata la sua opera?

Per conoscere i valori letterari.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Fin dai tempi delle scuola riuscivo a scrivere. Mi piaceva imparare le poesie, le belle parole e le frasi dei libri, ma anche i dialoghi di cinema, radio e televisione.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me scrivere è un metodo per studiare e imparare.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Il contenuto di questo libro sono pensieri di Nezami e Ferdousi. Io ho cercato di esprimere in modo letterario il loro pensiero in italiano.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Nessuno.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Alla BookSprint Edizioni.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

La tecnologia moderna è necessaria ma utilizzare questo tipo di comunicazione virtuale in ogni momento per ogni paese del mondo ancora non è disponibile facilmente dovunque. Il libro cartaceo è un patrimonio culturale in ogni casa. Una tradizione letteraria.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Il progresso per utilizzazione di audiolibro è interessante ma il libro cartaceo è ancora un amico fedele. Io personalmente ho nostalgia della biblioteca.



 

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