Un’Opera che, come anticipa il titolo, ricostruisce gli ultimi anni di vita del famoso fisico Ettore Majorana.
Edito dalla Casa Editrice BookSprint Edizioni, il testo è dell’Autore Aurelio Pelle è attualmente disponibile nel doppio formato cartaceo / e-book.
Ettore Majorana cambiò identità anagrafica a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, dove il 7 luglio 1920, durante una protesta popolare contro l’aumento del prezzo del pane, furono incendiati e distrutti gli archivi dell’anagrafe. I documenti furono in seguito ricostruiti con l’aiuto del registro battesimi della parrocchia, e, soprattutto, in base a dichiarazioni dei singoli cittadini interessati. Il 10 giugno 1931, Ettore Majorana dichiarò chiamarsi Giovanni Carlino nato a Polistena il 6 gennaio 1890. La dichiarazione di Ettore Majorana fu ufficialmente convalidata il 5 dicembre 1933. Ettore Majorana si nascose a San Luca in Aspromonte, dove nell’ottobre 1938, Salvatore Majorana e Fausto Roncoroni lo raggiunsero “in un vallone boscoso, ospite di pastori”. Successivamente, 1939-40, lo scienziato siciliano si rifugiò nel monastero La Certosa di Serra San Bruno. Terminata la guerra, ritornò a San Luca, dove mori l’8 gennaio 1962.
Il libro, oltre a svelare il mistero che riguarda la fine di uno dei più importanti studiosi del XX secolo, insegna al lettore a non arrendersi davanti alle difficoltà, ma a perseverare nello stesso modo in cui l’Autore ha seguito la sua intuizione. Il lettore, quindi, rimane affascinato dall’esposizione quasi romanzesca che, prove alla mano, svela il segreto della fine di uno degli studiosi più in vista degli inizi del XX secolo.
Nato a San Luca (RC) il 16 settembre 1944, Aurelio Pelle è socio co-fondatore dell’Associazione “Corrado Alvaro, il nostro tempo e la speranza”, e della “Fondazione Corrado Alvaro”, della quale è stato membro del primo consiglio d’amministrazione. Ha pubblicato: “San Luca in Aspromonte, lessìa per le coscienze. Duisburg si poteva evitare?”, “Portabilità delle cellule staminali fetali”, “Polsi – il santuario – non è cosa nostra”.