Opere artistiche uniche, colori e immagini di una potenza rappresentativa strabiliante che ci riportano ad un filone artistico noto come neo-simbolismo italiano. Una lettura personale e particolare, in chiave originale e fuori dal comune. Torna in libreria Giuseppe Roma con il suo “Il neo-simbolismo italiano 1970-2020 – Catalogo semplificato: lavori degli ultimi 50 anni”. Il volume, edito per i tipi della BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brochure cartacea, è una raccolta di opere dell’autore nelle ultime cinque decadi di proficua attività artistica.
Se il simbolismo era nato in Francia nell’Ottocento come reazione al realismo e all’impressionismo, la corrente neo-simbolica che si sta affermando in Italia in questi anni vuole invece richiamare al bello della vita, esprimendo attraverso colori accesi e forti e forme geometriche intrecciate tra loro la vitalità dei nostri giorni e la libertà finalmente ritrovata (anche se messa in dubbio dalla recente pandemia da coronavirus che tutto il mondo sta conoscendo).
Nelle 297 pagine complessive dell’opera, l’autore esprime tutta la sua creatività, offrendo una carrellata di immagini che manifestano atmosfere oniriche e intrise di nostalgia. Le intuizioni provenienti dalla bellezza della “sua” città contribuiscono a far emergere il talento artistico di Roma, la Città Eterna, che ancora una volta si prende la scena con la sua bellezza, la sua forza, la sua espressività.
Nato a Bologna il 15 maggio del 1941, Giuseppe Roma in realtà ha sempre vissuto nella capitale. Laureatosi in ingegneria, ha viaggiato molto, specie all’estero, svolgendo l’attività di Capo Ufficio Progetti e Collaudi degli aeroporti italiani. I lettori della BookSprint Edizioni lo conoscono già per aver letto, edito nel 2016, “Una storia da salvare – Ricerca dell’origine di un cognome particolare: Roma” (234 pagine, saggio), sua prima opera letteraria. Amante del disegno e della pittura, ha iniziato a dipingere all’età di 18 anni, giungendo ad abbandonare anzitempo la posizione di dirigente statale per dedicarsi all’attività pittorica, che oggi sviluppa nel suo atelier in Roma Lungotevere de’ Mellini, 24-25, dove espone i suoi lavori.