Tra lutti, sofferenze, fame, terrore e stragi civili si dipana l’esistenza di una famiglia alle prese con la lotta per la sopravvivenza nell’Italia fascista e negli anni dell’immediato dopoguerra, fino al boom economico. Un periodo duro per tutti, intriso di paure e pochi sogni, che torna oggi alla ribalta in “Tagliati – Bassi”, il nuovo libro autobiografico di Pietro Tagliati. L’opera, edita dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brochure cartacea, è un omaggio dell’autore alla storia dei propri genitori, consegnando così alla storia memorie che ora non potranno essere più dimenticate.
Come anticipato, il volume racconta la storia della famiglia Tagliati e Bassi, rispettivamente la famiglia paterna e materna dello scrittore. Sullo sfondo il travagliato periodo delle due guerre mondiali e del fascismo, fino a tempi più recenti. Il resoconto è arricchito con i dettagli delle vicende quotidiane vissute dalle due famiglie, che, tra piccole e grandi difficoltà, consentono di entrare nel vivo delle esperienze da loro vissute e di vivere (o rivivere) la storia in prima persona.
116 pagine di vita vera, reale, di tempi andati da un lato per fortuna, ma dall’altro guardati anche con un pizzico di nostalgia, perché pian piano si stanno perdendo quei valori che proprio le famiglie italiane di una volta, quelle allargate, insegnavano e trasferivano ai propri piccoli. Il sorriso per ogni piccola conquista, il senso di appartenenza ad una Patria, il sacrificio e la solidarietà tra persone che avevano poco o niente, e pure erano sempre pronte a dare e porgere una mano all’altro…
Nato a Bologna il 7 luglio del 1947, Pietro Tagliati è il maggiore di sei fratelli. Laureato in Fisica all’Università degli Studi di Bologna, inizia a lavorare come insegnante di matematica e fisica a Pordenone, dove incontra Rosaria, insegnante di lingua inglese, che ben presto diventerà sua moglie. La serenità familiare viene sconvolta dal terremoto del Friuli del 1976, così, con l’allargamento della famiglia, i due si trasferiscono prima a Imola e poi definitivamente a Bologna (nel 1992). Accanito sostenitore della lotta all’inquinamento, è stato promotore anche della costituzione di un comitato di quartiere per favorire le buone abitudini contro la diffusione del benzene nel capoluogo emiliano.