Alla soglia dei quasi ottanta anni di età, con alle spalle tante vite in una sola, esperienze anche sbagliate e pericolose da raccontare o da tacere, si ha il bisogno di tramandare alle generazioni future un bagaglio di esperienza che solo l'esistenza umana, unica e singola di ogni individuo, è capace di generare. Arriva in libreria a questo scopo "Senza tregua da zero a ottanta…", il libro autobiografico di Vincenzo D'Onofrio. Il volume, edito dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brochure cartacea, è un resoconto lucido, dettagliato e illuminante di anni di errori e lezioni, attraverso i quali si percorre il cammino della saggezza.
Si tratta di un'autobiografia molto emozionante e coinvolgente, in cui il trasporto emotivo dell'autore vien fuori pagina dopo pagina, come se fossimo davanti ad un tragitto, un percorso catartico che deve portare alla purezza. Nel corso della sua vita, infatti, Vincenzo D'Onofrio di errori ne ha commessi, tanto da essere anche stato in carcere per tre anni e interdetto dai pubblici uffici per dieci (condanna per truffa e blasfemia), ma ha avuto così modo di fare ammenda e, attraverso questo suo volume, vuole insegnare soprattutto ai giovani a dare il giusto peso alle cose, considerando pro e contro di ogni singola azione, e a non mollare mai, sfidando sempre ostacoli e difficoltà.
Ne vengono fuori così 260 pagine di vita vissuta e di pensieri a volte inespressi, ma che finalmente trovano spazio nel mondo. Attraverso le proprie esperienze, anche drammatiche, come quella del carcere, l'autore vuole mettere in guardia i lettori dal commettere gli stessi errori e le stesse "marachelle" che ne hanno segnato l'esistenza. Insegnamenti preziosi che meritano la giusta attenzione e una lettura impegnata e vivace, che trova però spazio anche per eventi meno pesanti e sicuramente più leggeri e allegri.
Carattere vulcanico, Vincenzo D'Onofrio è nato nel 1938 in Puglia, da padre maresciallo della Guardia di Finanza e madre casalinga, entrambi originari della splendida Vieste. Trasferitosi a vivere a Milano nel 1956, tuttora risiede nel capoluogo lombardo, dal quale si sente adottato, pur vivendo in completa e pacifica solitudine.