Una racconto breve, di un’adolescente che si ritrova a vivere una cosa tutta nuova: l’amore, non in senso fisico bensì come turbamento emotivo, che appare per la prima volta nella sua giovane vita di dodicenne. È un amore che stenta a farsi riconoscere; un amore che la giovane fanciulla racconta con una semplicità disarmante. Descrive l’inizio, la consapevolezza e anche la fine. Un amore solo riconosciuto, sognato, ma che non si concretizzerà mai perché il lui in questione partirà lasciando la protagonista. Sullo sfondo una società rurale, con la chiesa che fa da anfiteatro della storia d’amore, essendo l’unico posto consentito dove i due giovani fanciulli riescono a vedersi una volta a settimana.
Una storia semplice ma intensa. Al centro della narrazione c’è la curiosità tipica degli adolescenti e la voglia di scoprire cos’è l’amore. Senza perdere mai di vista l’importanza del sentimento narrato, ma finendo per trasformarlo come una cosa talmente naturale che prima o poi tutti vivranno.
Maria D’Alessandro è nata in Libia, di nazionalità Italiana. Vive nell’hinterland di Monza e Brianza. Ha vissuto anche a Milano per tanti anni in un centro meccanografico; lavora ancora come commessa.