Una Vita di sacrifici, quella di Alfio Giglio, ma anche di traguardi raggiunti. «Il suo bisogno di “crescere” lo porta a lasciare Ramacca a 22 anni». arriverà in Svizzera dove, dice, «“ho toccato con mano cosa significa essere migranti italiani in Svizzera”».
Poi il ritorno in Italia, le difficoltà degli anni ’70, la necessità di passare da un lavoro all’altro. Infine vince il concorso di messo comunale, mestiere che svolgerà fino al pensionamento.
Questo l’insegnamento che ha tratto dalle sue esperienze: «“Non occorrono titoli, ma l’uomo non termina mai di apprendere. Studiare è meglio che non studiare, per cui tenete duro, i frutti li raccoglierete da adulti. Per vivere bene la cosa più importante è farlo con onestà, nei confronti di se stessi e degli altri”».