Narratore, saggista, critico letterario, poeta e paroliere di musica popolare, Juan Manuel Marcos è il più noto scrittore paraguaiano contemporaneo che presenta, per la prima volta in italiano, il suo “L’inverno di Gunter”, storia dalla forte impronta cinematografica e caratterizzata da uno stile unico.
Per cercare di salvare sua nipote dalla tortura e dalla morte, un alto burocrate di Washington intraprenderà un vero e proprio viaggio nell’inferno delle dittature sudamericane. Ma in un contesto tutt’altro che facile, non mancheranno intrecci amorosi, passioni, idealismo giovanile e appassionanti intrighi polizieschi. Tra rimandi al passato, continui flashback e citazioni estranee alla narrazione, quindi, sin dalla prima pagina la lettura catturerà sempre di più l’attenzione, conducendo verso un finale del tutto inaspettato e suggestivo
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Provengo da una famiglia della classe media di Asunción. Mio padre era un ingegnere, professore di matematica ed impresario spagnolo di Madrid, che ha combattuto nell’esercito repubblicano contro Franco. Mia madre, la più giovane di quattordici figli, era una maestra di scuola, come quasi tutte le sue sorelle. La sua famiglia era profondamente radicata nel Paraguay già dall’epoca coloniale.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mio lavoro come rettore universitario da ventisei anni mi lascia pochissimo tempo per scrivere. Comunque, approfitto di qualunque momento libero del giorno per farlo. Il mio grande sogno è finire il mio secondo romanzo.