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04 Nov
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Intervista all'autore - Federico Zuccaro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere, così come credo tutte le facce dell'arte, sia una valvola si sfogo per chi ne fa uso. Crea liberazione perché fai defluire le tue idee su un foglio anonimo dando origine, nel mio caso, a un intero Universo, con innumerevoli personaggi ognuno con il proprio modo di pensare e di agire, a volte divergenti; nonché di potere perché il mondo creato ruota attorno a te, una sorta di Demiurgo che plasma e regola le idee che vivono dentro di te.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Essendo un Universo completamente nuovo, con creature totalmente inventate e una chimica totalmente diversa, non ha molto della mia "vita reale". Forse il personaggio di Umita, un po' mi somiglia caratterialmente, anche se lui è più sportivo di me. Alcuni personaggi li ho plasmati utilizzando la legge del contrappasso dantesco, sullo scheletro di persone che mi circondano, a volte addirittura fondendole tra di loro, o scindendole.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere questo libro mi ha dato la possibilità di esprimere le mie conoscenze e i miei gusti. Mi ha dato la possibilità di inserire elementi che mi sarebbe piaciuto vedere in alcuni manga o anime giapponesi.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del libro è stata abbastanza semplice. Essendo Umita il ragazzo della profezia, quindi il protagonista cardine sulla quale ruota la storia è stato lineare inserirlo nel titolo. Per i talismani della Dee Capitali, ho dovuto aspettare il furto degli stessi, per decidere di metterlo nel titolo.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Sicuramente la Divina Commedia del Sommo Poeta fiorentino. Oltre ad essere un capolavoro a livello teorico, dove puoi apprendere metriche e innumerevoli figure retoriche, puoi imparare il modo di pensare tipico del Medioevo (quali l'unicità della Verità, data da Dio) nonché i personaggi che vivevano in quel periodo. E poi l'inferno con tutte quelle punizioni sembra a tutti gli effetti la trama di un anime giapponese ("Dante's Inferno" ne è un esempio).



6. Ebook o cartaceo?

Senza dubbi il formato cartaceo. La concretezza della pagine sotto le tue mani, il suono delle pagine mentre le giri e il profumo dei fogli e dell'inchiostro, sono un elemento importante per un lettore, almeno per quanto mi riguarda.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Ho deciso di scrivere guardando i miei anime preferiti. Spesso, mentre guardavo le puntante, pensavo che magari avrei sviluppato la storia in modo diverso, o avrei inserito un rivale diverso, sia fisicamente che caratterialmente. In seguito a queste "critiche", mi sono detto "Perché non scrivere qualcosa che piace a me?" ... e così ho fatto.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea di questo libro, così come altre decisioni prese nella mia vita è nata da un momento all'altro. Ho preso carta e penna e ho iniziato a disegnare una cartina geografica, senza uno schema ben definito poi ho preso un altro foglio di carta e ho scritto alcune "maschere" che avrei voluto sviluppare, scrivendo tipo ragazzo timido, o ragazzo impulsivo, divinità buona o cattiva...ecc. Poi ho iniziato a studiare un po' di "Kojiki" (la mitologia giapponese) e le usanze già apprese grazie ad altri manga e anime giapponesi. Un aneddoto alquanto ironico riguarda un capitolo alla fine del libro, "Un fermo immagine del Kugirisei: “La spada del Guardiano". Il capitolo è legato al tempo. Ed è stato il capitolo che mi ha rubato più tempo per la sua stesura.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Vedere il mio lavoro in formato libro è stato un'emozione indescrivibile. Ricordo che ho guardato il mio libro da tutte le prospettive. Non riuscivo a posarlo.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

La prima persona che ha letto il libro, fin dai primi capitoli è stata mia madre.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo sia un passo importante a livello culturale, aiutando le persone con alcuni handicap nella lettura. Ricordo che da piccolo avevo un vinile con le tipiche fiabe, tra i quali "Pinocchio" e "Il gatto con gli stivali".

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Martedì, 04 Novembre 2014 | di @BookSprint Edizioni

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