Non ho deciso di diventare scrittore; ho semplicemente assecondato l'impulso di narrare esperienze al fine di indurre a riscoprire valori ed attività dimenticate.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esistono momenti particolari in cui mi dedico a scrivere: lo faccio quando arrivano idee e ricordi e sento il bisogno di memorizzare. In seguito, dopo lunga elaborazione e selezione, provvedo a dare forma letteraria e nesso ai vari elementi ricavandone le componenti dell'opera finale.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Piero Angela: per gli argomenti trattati e per come riesce a coinvolgere il lettore.
4. Perché è nata la sua opera?
Per un senso di ribellione verso quella diffusa indifferenza, senso di oblio e velato disprezzo nei confronti di chi ha subito la guerra l'ha subita e quindi ha ricostruito una Italia distrutta. Ed oggi si vede chiamato a sostenere abitudini e modi di vita che ancora non si può permettere lui stesso. Ed indurre chi la guerra vera, per sua fortuna non conosce, ad attente riflessioni atte ad evitare il determinarsi di condizioni foriere di nuove tragedie. Se tale evenienza è ritenuta impossibile da verificarsi e quindi fa ridere o spaventa qualcuno, mi si dica perché RAI Storia ed altri importanti canali televisivi continuano a proporre immagini e filmati sempre più raccapriccianti di un tragico passato; specie dell' ultimo grande conflitto.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
E' stato determinante almeno quanto il mio carattere e la mia curiosità.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La realtà che ognuno di noi vive è determinata dal luogo e dalla posizione economico / sociale raggiunta o ereditata. Ma anche da scelte personali indotte da vari fattori. Non sento quindi il bisogno di evadere da una realtà che in parte ho costruito: ho scritto quindi per raccontarla e conto ancora di scrivere per diffondere pensieri aneliti e suggerimenti e contribuire quindi ad influenzare il futuro.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
L'anima, oltre a varie esperienze di vita.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nicola, giornalista dello SPI CGIL; che mi ha spronato a continuare per via degli argomenti e dei temi trattati. Quindi il Parroco ed Andrea il mio giovane amico insegnante.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Io non lo definirei 'romanzo', ma “libro documento” da leggere come un romanzo. I primi capitoli e man mano il resto sono stati letti dall'amico giornalista e quindi dal Parroco e da Andrea.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non conosco a fondo tale formula, ma credo che si continuerà sulla via del risparmio e della de-materializzazione e quindi a miniaturizzare.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Allo stato attuale coinvolge ancora poco il lettore / ascoltatore rischiando di banalizzare, disinteressare e svalutare il prodotto del genio e della mente umana. Il futuro però ha in serbo grosse sorprese e nulla vieta di pensare che l'attuale audio libro possa diventare presto un 'VIDEO LIBRO" interpretato da realistici personaggi 'elettronici' in 'realistici' ambienti o paesaggi ovviamente elettronici. E da qui archivi e depositi personali di video libri magari a lettura telepatica in minuscole mega memorie da migliaia o milioni di giga. Ma di questo futuro futuribile, se ne parlerà nel mio prossimo libro...