Il mio computer è pieno di racconti, novelle e saggi mai pubblicati. La mia libreria contiene più di 500 opere trattanti tematiche prevalentemente esoteriche. Il mio primo lavoro è iniziato, come tanti altri, sotto forma di racconto breve ma via via si è sviluppato sempre di più, fino a diventare un romanzo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso. Mi ritaglio degli spazi durante la giornata per immergermi nella fantasia e nei ricordi della mia formazione, data principalmente da esperienze di vita vissuta. Sono pause lavorative che mi permettono anche una forma di rilassamento dallo stress dato dalla professione.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non c'è un solo autore. Alcuni mi hanno aperto delle prospettive di conoscenza. Sto parlando di Igor Sibaldi, Salvatore Brizzi, Mauroo Biglino ed altri, in Italia. Per gli stranieri i miei preferiti sono Gregg Braden, Bruce Lipton, e Zecharia Sitchin. Anche Vadim Zeland è decisamente interessante. Poi, qua e là, leggo altri autori dei quali preferisco solo alcune loro opere e non l'intera produzione. Ad esempio di Dan Brown ho apprezzato "Il Codice Da Vinci" ed "Il Simbolo Perduto", di Kryon alcuni testi sono interessanti, "Conversazioni con Dio" di Neal Walsh, soprattutto i primi, hanno stimolato una profonda riflessione. Anche i molteplici testi su Maria Maddalena, di vari autori, sono stati oggetto di studio personale. Potrei citarne altri, ma reputo che questi siano stati per me fondamentali.
4. Perché è nata la sua opera?
Per caso, circa due anni fa mio figlio mi ha posto questa domanda: "Con tutto quello che sai, perchè non scrivi qualcosa tu?". C'è voluto un po’ di tempo perché la lampadina facesse contatto ma, alla fine, qualcosa si è acceso. Perché non seguire il suo consiglio? Ho cominciato a fantasticare, facendo un excursus sulle mie conoscenze esoteriche. Ma non avevo intenzione di scrivere un saggio sterile, pieno di insegnamenti e documenti di ricerca fini a se stessi. Ho pensato che quello che volevo era trasmettere le stesse conoscenze che avevo appreso io, scrivendole sotto forma di romanzo al fine di renderle più gradevoli e "digeribili" per tutti.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nel mio corso di studi, mi sono diplomato al Liceo Scientifico Vieusseux di Imperia, erano presenti diverse materie che trattavano gli scrittori italiani, antichi e moderni. Parliamo di Dante e Manzoni, ad esempio. Ho studiato anche Latino e Filosofia. Non erano proprio le mie materie predilette, ma sono state un'ottima opportunità per imparare a pensare e ragionare con la mente aperta e, soprattutto, in maniera personale. In più, una certa sofferenza dovuta a scelte negative e poco gratificanti mi ha dato la spinta per andare comunque avanti e risollevarmi, nonostante tutto e tutti.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è stato un modo per uscire da una prigione, prima di tutto mentale. Oggi la società, le religioni e una certa tecnologia o meglio l'uso che facciamo di essa, ci hanno totalmente imprigionati in una sorta di dipendenza costruita a regola d'arte. Siamo stati messi in gabbia senza accorgercene. Allora perché non aprire una porta per vedere se un'altra realtà è possibile? Scoprire che nella mente dell'uomo e soprattutto nel cuore, si possono trovare altre possibilità. E poi cos'è la realtà? E' soggettiva o oggettiva? E ancora, ognuno crea la propria realtà? Ci sarebbe molto da discutere su tutto questo.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Praticamente tutto. Ovviamente non tutta la crudezza presente nella prima parte del romanzo, è totalmente autobiografica. Ma le mie vicissitudini sono state e sono reali. Il mio percorso esoterico è cominciato presto, già a partire dalle scuole medie con autori come Salgari e Peter Kolosimo a farla da capostipiti, per non interrompersi mai, nemmeno oggi che mi trovo ad avere 65 anni. I miei affetti sono, volutamente mascherati, tutti dentro il libro. Ciò che viene raccontato è quanto ho appreso e vissuto nel corso degli anni. I contatti con vari Maestri e canalizzatori, le mie esperienze con le energie nel campo della pranoterapia e della formazione nelle tecniche di uso vibrazionale, sono tutte lì.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente prima di tutto la mia famiglia, con la quale ho condiviso la stesura del lavoro e che mi ha aiutato nella correzione dello stesso.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad un amico, Roberto. Una persona davvero preziosa, che si è presa l'onere di renderlo comprensibile a chiunque. Senza di lui il lavoro sarebbe stato molto criptico e poco descrittivo. Mi ha fatto capire il valore della pazienza, del non essere precipitoso nella pubblicazione e di prendermi il tempo necessario per migliorare il mio lavoro. Nonostante ciò un po' di impazienza l'ho avuta, eccome! Rileggendo il romanzo, con il senno di poi, forse sarei stato più chiaro, soprattutto nei particolari e nelle sfumature. Ma, da buon novizio, ho molto tempo per imparare e tutto è un insegnamento per il passo successivo. Infatti il mio secondo lavoro, che sto portando a termine in questo periodo, ha fatto tesoro dell'esperienza.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Forse sì, perché gli spazi per realizzare librerie si sono notevolmente ristretti e la gente non trova il modo di usare la carta per leggere, preferisce gli ebook reader o i tablet, Ma, ed è mia opinione personale, non è la stessa cosa. Avere un libro per le mani, l'odore delle pagine, l'inchiostro nero. La carta ha una sua energia, non filtrata, mentre lo schermo non trasmette nulla. Nello scorrere delle pagine senti l'emozione dell'autore, trasmessa in maniera molto più diretta. Non voglio demonizzare nulla e nessuno, non sono contro l'evoluzione ed il futuro. Bisogna sempre essere pronti al cambiamento per non subirlo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che la modernità andrà comunque avanti nonostante tutto e tutti. Importante è che l'uomo non dimentichi chi è veramente e cosa è venuto a fare su questo pianeta. Siccome io, per carattere, non mi pongo mai ad un estremo piuttosto che ad un altro, in quanto creerei un disequilibrio dentro di me, è giusto che ognuno scelga la sua realtà ed il suo futuro. Fatta questa premessa, quello dell'audiolibro mi sembra quasi un ritorno alle origini. Se ci pensate, fin dai tempi più antichi, l'uomo ha sempre tramandato le sue conoscenza oralmente, tramite il racconto. Forse stiamo solo riscoprendo le nostre origini.