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26 Mag
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Intervista all'autore - Giulia Banti -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me è un modo di dar voce alle emozioni che per troppo tempo sono rimaste inascoltate. Alcune delle mie poesie sono molto positive con temi di speranza e amore mentre altre di vita vera, di tristezza.
Diciamo che le emozioni che provo mentre scrivo sono quelle della vita di tutti i giorni e variano molto dal periodo della vita in cui mi trovo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È tutta vita reale! Ogni poesia racconta un pezzetto di me, qualcosa che mi è successo o anche solo un pensiero che ho avuto dopo aver letto qualcosa o visto qualcosa.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Raccontarmi, mettere a nudo le emozioni di anni e anni fino ad ora.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
È stata dura scegliere il titolo. Volevo qualcosa che facesse capire al lettore che dentro a quelle pagine avrebbe trovato una persona reale. Alla fine ho scelto il titolo "Storie di una Vita" perché credo che ogni piccola poesia racconti un lato diverso di me nel viaggio che, appunto, è la vita.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Quale libro? Ne ho così tanti preferiti di generi totalmente diversi che è difficile sceglierne uno solo, ma credo che vorrei l’intera collezione delle poesie di Ungaretti. Le sue poesie mi rassicurano, mi fanno pensare e mi scaldano il cuore. L'ho amato tantissimo come autore quando andavo a scuola e lo amo anche ora con la sua enigmatica semplicità.
 
Ebook o cartaceo?
Ah, io sono team cartaceo! I miei amici mi prendono sempre in giro per questo, ma il profumo della carta, vedere come piano piano si va ad assottigliare la parte da leggere finché non arrivi all'ultima pagina e ti rimane quel mix di tristezza e voglia di cominciarne un altro subito. Queste sensazioni non le ho con gli ebook.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Dalle scuole superiori! Ho seguito due anni il liceo scientifico tradizionale per poi in terza andare allo scientifico scienze applicate.
I primi due anni sono stati duri. In seconda superiore avevo una professoressa che odiavo quando insegnava latino, ma che amavo alla follia quando spiegava le poesie. Una volta ci dette come compito da scriverne una, non esattamente nello stile che poi è diventato il mio, ma da quel momento ho capito quanto era importante per me, che ne avevo bisogno, avevo bisogno di scrivere per capirmi meglio. Dopo il cambio della scuola ho trovato un'altra professoressa che mi ha appoggiata in questa mia passione e a cui sono molto grata.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Dopo aver scritto la mia prima poesia per il compito ne scrissi altre e mi ricordo che per avere un parere andari dalla professoressa che odiavo/amavo e lei mi disse testuali parole "carine, ma acerbe" e io le risposi "possibile, ma un giorno tutti le leggeranno". Ho sempre avuto bisogno di essere ascoltata e questo è uno dei modi migliori per me!
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non si può spiegare, davvero! Un'emozione unica. Ti senti così forte e allo stesso tempo torni una bambina che spera che il suo lavoro venga apprezzato.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia mamma! Lo ha letto ancora prima che fosse un libro. Ha letto ogni poesia cinque secondi dopo la loro nascita.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho pareri contrastanti, ma credo che possa essere utile per molteplici motivi sia più importanti e delicati, sia banali come rilassarsi la sera prima di addormentarsi.

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