Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Daniele Casoni vengo dal Friuli Venezia-Giulia anche se sono nato a Bologna.
Da tempo, dopo anche una laurea in Lettere, avevo in mente di scrivere un testo. Lo volevo a modo mio e volevo fosse un giallo/thriller che racchiudesse dei tabù e che avesse dei misteri da svelare
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In particolare la sera. Dove mi sento più a mio agio. Più sereno e più creativo
Il suo autore contemporaneo preferito?
Devo dire che Joel Dicker è in cima alla lista
Perché è nata la sua opera?
Avevo l'esigenza di creare qualcosa, qualcosa di mio. Avevo un po' di tempo libero ed ho pensato: perché non impiegarlo per usare il mio lato creativo? E da lì son partito
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Relativamente. Nel senso che casi di cronaca nera se ne sentono. Mi sono ispirato un po' a quello che sentivo e vedevo nelle notizie. Ma è stata la voglia di creare qualcosa di mio che ha permesso l'edizione.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe, ma quando scrivo evado dalla realtà
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
un 30%. Il protagonista mi può somigliare.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Penso di no.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A un paio di amici e parenti. Mia madre è stata la più dura con me
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Mi auguro vadano di pari passo perché la carta stampata ha il suo perché
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non l'ho mai usata ma la trovo un modo di divulgazione che ha del positivo
