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26 Feb
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Intervista all'autore - Sandrine -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Mi chiamo Silvia, ho 25 anni e sono nata e cresciuta a Napoli. Ho dedicato fin da piccola la mia vita alla mia unica passione: la danza. Ho sempre adorato viaggiare e conoscere posti nuovi, in cui potevo conoscere anche nuovi lati di me stessa.
La scrittura mi ha accompagnato sin dalla scuola. C'era una professoressa di italiano al liceo che per tutti gli anni, come unico compito per le vacanze estive, ci diceva di scrivere, di raccontare, qualsiasi cosa, dall'estate che stavamo vivendo anche ad una banale emozione. E così è stato per 5 anni. Alla fine della scuola, mi sono ritrovata 5 diari, che parlavano delle mie emozioni in anni diversi e rileggerli è stato unico. Ho compreso come la scrittura possa diventare la forma più sincera di un ricordo che non svanirà mai. E mi son detta, perché non continuiamo lo stesso? Anche se la scuola è finita? E così ho continuato a scrivere, alcuni anni sporadicamente, non riuscivo a tenere il ritmo e quindi mi capitava di raccontare vecchi ricordi sbiaditi, nonostante fosse già passato un po' di tempo, fino a che 2 anni fa ho conosciuto una persona speciale. Da lì, il mio modo di esternare i sentimenti è stato tramite la poesia. Prima volevo lasciare una dedica breve e concisa, poi ho iniziato a scrivere per me stessa, per liberarmi da ciò che sentivo o a volte, per immortalarlo, perché non volevo che svanisse nel nulla.
La scrittura è diventata così la mia musa.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente attendo il momento giusto in cui ho l'ispirazione, ma la maggior parte scrivo di notte.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho sinceramente autori preferiti, né libri preferiti. Mi piace leggere romanzi, storie vere e libri di psicologia. Ho dei libri che mi hanno colpito, più che autori. Cerco il contenuto, la trama che più mi affascina.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per una dichiarazione d'amore. Ho iniziato a sperimentare emozioni nuove, che mi hanno colpito in prima persona, e non pensavo di poter provare. Nella confusione e felicità momentanea, pensavo che il miglior modo per rendere quel momento o quel ricordo specifico immortale fosse scrivendolo.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influenzato molto. La maggior parte delle mie poesie sono nate mentre vivevo a Capri. Non a caso, c'è una poesia nel libro dedicata a questa meravigliosa isola. Lì ero lontana da tutti, dagli affetti personali, da casa ed ero invece circondata da una natura avvolgente, da panorami che facevano da sfondo e ispirazione ai miei momenti di scrittura.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me, scrivere è un modo per raccontare ciò che si sente, un atto che dà forma alla propria realtà. È un modo per rivivere un ricordo, per dar vita a un momento passato, per esprimere un pensiero che altrimenti rimarrebbe silenzioso. Scrivere è un gesto di generosità: doni te stesso, le tue emozioni e le tue riflessioni, e allo stesso tempo offri qualcosa agli altri.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei miei versi c'è quasi tutto di me. Le poesie sono dediche a persone che ho amato, riflettono fantasie, momenti vissuti, ricordi intensi che mi hanno segnato. Sono il riflesso delle mie speranze, delle mie paure, delle esperienze che ho attraversato e sono allo stesso tempo lo specchio delle emozioni che tutti noi proviamo nel corso della vita.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, c'è una persona senza la quale non avrei scritto nemmeno una poesia. Lui è stato la mia musa, nella scrittura e continua ad esserlo tutt'oggi nella mia vita.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla persona a cui ho dedicato la maggior parte delle mie poesie.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero di no. Spero che le persone continuino a preferire il contatto con un libro da sfogliare, l'odore dei libri nuovi, piuttosto che l'ebook digitale.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente preferirei sempre di più un libro. Magari però l'audiolibro può essere una buona idea se si è impegnati a far qualcosa e nel frattempo si vuole anche leggere un libro.

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