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15 Gen
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Intervista all'autore - Francesco Ierardi -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vivo a Petilia Policastro, piccola città in provincia di Crotone. Sono un insegnante di scuole superiori di secondo grado. Ho diverse passioni e fra queste c’è sicuramente l’interesse per l’antico, per le civiltà del passato e per l’archeologia.
Ho deciso di diventare scrittore quando è nata in me la consapevolezza di avere qualcosa di interessante da trasmettere al lettore. Per tutti i generi di lettori, magari per quelli che si avvicinano per la prima volta a queste tematiche, ma sicuramente anche per chi è già appassionato a tutto ciò.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera e la mattina devo dire. L’una perché, come si suol dire, porta consiglio; l’altra perché si è più freschi e pieni di idee.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Nessuno in particolare. Solo devo dire che mi hanno ispirato tanto i libri di P. Kolosimo. Poi, libro mio preferito posso aggiungere essere il romanzo “Picnic a Hanging Rock” di Joan Lindsay.
 
Perché è nata la sua opera?
Non vorrei essere ripetitivo ma come ho già detto in precedenza nasce per l’esigenza di comunicare al lettore quelle che sono per me delle informazioni importanti sul mondo dell’antico.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Devo dire abbastanza, perché comunque la Calabria è piena di leggende antiche e meno antiche. Caratterizzate in vario modo: più e meno fantastiche; più e meno sorprendenti e sconcertanti.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
In parte si evade certamente dal solito vivere, specie per chi come me scrive di eventi dispersi nel tempo; ma in parte mi preme dire che per quanto io scriva di cose apparentemente fantastiche le consideri invece come possibile realtà, anche solo minimamente parziale.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Una bella fetta. Non posso non ammettere che le tematiche da me trattate siano state in famiglia cosa da sempre assai discussa, specie con il mio caro defunto padre, che aveva una vera ossessione per tutto ciò, o comunque una passione smisurata.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia stessa volontà personale.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei amici di vecchia data.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
In parte potrebbe anche esserlo, ma penso che il cartaceo sia insostituibile.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una buona alternativa per chi non può fare diversamente, o per chi subisce il fascino dell’interpretazione e della pronuncia vocale.

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