Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Sono nata nel 1952 in un piccolo paese in Italia, la maggiore di tre figli. Mio padre, un orologiaio artigiano, aveva una visione tradizionale della famiglia:
le donne dovevano occuparsi della casa e dei figli e non lavorare, così come ha fatto mia madre. Per questo decise che otto anni di scuola fossero sufficienti per il mio futuro e mi ha fatto smettere dopo la terza media. Mi sentii tradita da quella decisione, che alimentò il mio desiderio di diventare indipendente.
Nel 1973, approfittando di un invito di mio zio in Francia, e tante peripezie di cui parlerò in un altro libro, decisi di rimanere in Francia, trovai lavoro in una fabbrica di giocattoli educativi e comunicai a mio padre che non sarei tornata a casa. Quell’esperienza mi ispirò a richiedere un visto per visitare parenti negli Stati Uniti. Dopo diversi ritorni in Italia alla scadenza del visto e nuovi viaggi con un visto che non superava mai i tre mesi, con l’aiuto di un avvocato ottenni lo status di residente legale.
In America imparai l’inglese da autodidatta con un libro e un dizionario e iniziai a lavorare come cuoca nel ristorante di mia zia. Lavoravo sette giorni su sette, risparmiando abbastanza per acquistare la mia prima auto, una Camaro del 1977. Mi sentii finalmente indipendente e orgogliosa. Poco dopo incontrai mio marito, che era un detective nella polizia Americana, e ci sposammo tre mesi dopo.
Nel 1978 nacque Marco e, due anni dopo, Vanessa. Sebbene fossi felice come madre e casalinga, iniziai a sentire il desiderio di guadagnare i miei soldi, costruire qualcosa di mio e non dipendere economicamente da mio marito, così come avevo rifiutato di dipendere da mio padre.
Quando, per motivi di salute, mio zio decise di vendere il suo ristorante, che gestiva da circa sei anni, colsi l’occasione come l’opportunità perfetta per dare una svolta alla mia vita. La cifra richiesta era ben oltre le nostre possibilità, ma la mia determinazione era così grande che trovammo soluzioni creative: ipotecammo la casa, vendemmo mobili, collezioni e tutto ciò che potevamo monetizzare per raccogliere abbastanza per la caparra. Con grande coraggio, firmammo un contratto di acquisto della durata di 15 anni, pronti a trasformare quella sfida in un successo.
A soli 28 anni, con due bambini piccoli, una conoscenza limitata dell’inglese e senza alcuna esperienza nel settore, a parte le mie capacità in cucina, intrapresi questa nuova avventura. Mi affidai alla mia visione e alla convinzione che, con impegno e determinazione, tutto fosse possibile. Il mio motto divenne “Volere è potere”, e con questa filosofia iniziai la mia carriera nella ristorazione, gettando le basi per quello che sarebbe diventato un successo straordinario.
A quei tempi eravamo fumatori accaniti, e durante una vacanza in Italia decidemmo di smettere. Mio marito riuscì nell’intento, mentre io, nonostante la mia volontà, non ce la feci. Per quasi otto mesi mi sentii inferiore, soprattutto di fronte ai miei figli, a causa di quella che percepivo come una debolezza. Nell’aprile del 1988, con un gruppo di amici e clienti del ristorante, decidemmo di provare con l’ipnosi. Con mia grande sorpresa, funzionò.
Quell’esperienza mi colpì profondamente: il fatto che l’ipnosi fosse stata più efficace della mia volontà mi spinse a cercare risposte. Iniziai a studiare e scoprii il mondo della crescita personale, immergendomi negli insegnamenti di grandi maestri come Earl Nightingale, Napoleon Hill, Deepak Chopra e altri. Con il tempo, questi studi cambiarono il mio approccio alla vita e al lavoro.
Anni dopo, grazie alla crescita personale, mi trasformai in una ristoratrice sicura e determinata. La nostra piccola pizzeria da 90 posti divenne un ristorante italiano raffinato, apprezzato dai clienti e votato tra i migliori della zona, classificandosi tra i primi 10 su 300 ristoranti italiani in Michigan.
Dopo 39 anni, decidemmo di mettere in vendita il ristorante per goderci la pensione. Tuttavia, per cinque anni non trovammo acquirenti, poiché chiedevamo il pagamento interamente in contanti, senza contratti. Durante quel periodo, partecipai al seminario *Goal of Creation* di Bob Proctor, che mi ispirò a definire un ambizioso “C Goal”. Decisi di iscrivermi al programma “Thinking into Results”, nonostante non avessi idea di come finanziare il corso.
Nove giorni dopo, quasi come per magia, si presentò un potenziale acquirente interessato al ristorante. Quella vendita segnò non solo la realizzazione del mio obiettivo, ma anche l’inizio della mia nuova carriera, dedicata a ispirare e guidare gli altri nel loro percorso di crescita personale.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Studiando presso l’Istituto di Napoleon Hill, ho adottato una rigorosa routine mattutina che mi ha permesso di riscoprire una passione che coltivavo già ai tempi della scuola: scrivere. Ogni mattina, dedicavamo circa 45 minuti a incontri strutturati, seguiti da sessioni di studio individuale o in coppia con uno o due colleghi.
Durante questo periodo, ho scoperto che la mia ispirazione era più viva e intensa nelle prime ore del giorno, come se mi sintonizzassi su una frequenza speciale. Scrivere è diventato per me un canale privilegiato, un mezzo per connettermi profondamente con il mio IO interiore e con quella parte di me che spesso rimane in silenzio nella frenesia della vita quotidiana.
Il suo autore contemporaneo preferito?
In passato, la mia lettura era concentrata sui "gialli" e su alcune novelle, ma la Liliana di oggi ha completamente cambiato orientamento. I miei interessi si sono evoluti, e ora l’autore contemporaneo che continuo a seguire con entusiasmo è Deepak Chopra. Ricordo che negli anni '90 acquistai un suo corso in cassette, ma, non riuscendo a concentrarmi a causa del suo accento, decisi di restituirlo. Fu così che mi avvicinai ai suoi libri, che leggo con piacere. La sua scrittura ha avuto un impatto profondo su di me, trattando temi di consapevolezza, crescita spirituale e benessere che si allineano perfettamente con la mia ricerca interiore e il mio percorso di crescita personale.
Il benessere e la salute sono sempre stati argomenti che mi affascinano profondamente. Sin da giovane, ho sviluppato un interesse naturale per questi temi, cercando di capire come il corpo e la mente possano lavorare insieme per raggiungere un equilibrio ottimale. Oggi, oltre ai libri di Deepak Chopra, leggo con piacere anche le ricerche contemporanee di medici, specialisti e scienziati come Joe Dispenza e Bruce Lipton. Le loro teorie sulla mente, sul potere delle emozioni e sulla connessione tra corpo e mente mi hanno permesso di comprendere ancora meglio l’importanza di vivere in sintonia con il proprio essere, per migliorare la qualità della vita e raggiungere un benessere duraturo.
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata dal desiderio di rendere la vita più facile e significativa per gli altri, in particolare per gli italiani che potrebbero identificarsi con me e capire che con la volontà e il desiderio, chiunque può raggiungere i propri obiettivi. Mi vedo come una persona ordinaria, proprio come la maggior parte dei miei lettori. Non sono un’intellettuale, ma ho sempre avuto una grande passione per la lettura, che è stato il mio hobby preferito. Mi sono resa conto che molte persone, soprattutto in Italia, non comprendono l’importanza della crescita personale e del capire veramente chi siamo.
Trovare il nostro scopo nella vita è fondamentale. È come dire "Voglio andare sulla Luna" senza avere un piano o prepararsi per farlo. Dobbiamo essere ispirati, sollevati, e assaporare il risultato che desideriamo ottenere. Purtroppo, molte persone accettano la vita così com'è e finiscono per vivere in modalità automatica. Senza un obiettivo ben definito, perdono ogni slancio. Questa mancanza di direzione porta inevitabilmente a una miseria interiore.
Come diceva Bob Proctor: "Se vuoi essere libero, devi sapere chi è ‘me’." Ovvero, devi capire chi stai diventando mentre persegui i tuoi obiettivi. Non possiamo vivere solo per il domani o essere intrappolati nel passato. Il mio desiderio con questo libro è quello di portare maggiore consapevolezza su temi che considero cruciali e ispirare le persone ad aspirare a una vita più ricca, in ogni aspetto, a livello personale, professionale e spirituale.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui ho vissuto ha avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione letteraria. Crescere in un piccolo paese italiano negli anni '50, in una famiglia tradizionale, mi ha insegnato il valore delle storie tramandate, delle vere amicizie, delle conversazioni sincere e della capacità di osservare il mondo con curiosità. Questa sensibilità è cresciuta quando, da giovane adulta, ho deciso di trasferirmi all’estero, immergendomi in contesti completamente diversi, prima in Francia e poi negli Stati Uniti.
Ogni ambiente sociale in cui mi sono trovata mi ha arricchito, sfidandomi a guardare oltre i confini delle mie esperienze iniziali. Vivere in una cultura dove dovevo imparare non solo una lingua nuova ma anche adattarmi a un diverso stile di vita, ha stimolato la mia voglia di comunicare e di esprimermi attraverso la scrittura.
Inoltre, il mio percorso nella ristorazione mi ha messa in contatto con persone di ogni tipo, ognuna con una storia unica, e questo ha ampliato la mia prospettiva e arricchito il mio bagaglio personale. Infine, l'esposizione agli insegnamenti di grandi mentori come Napoleon Hill e Bob Proctor mi ha spinto a guardarmi dentro e a tradurre le mie esperienze in parole, dando vita a una forma di espressione autentica e profondamente connessa al mio vissuto.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo per raccontare la realtà. Non è un'evasione, ma piuttosto un processo attraverso il quale posso condividere le esperienze, le intuizioni e le lezioni che la vita mi ha insegnato. È un'opportunità per offrire agli altri ciò che ho imparato, in modo che possano trarne beneficio e crescita, così come io ho fatto. La scrittura è il mio modo di servire, di contribuire al benessere collettivo e di trasmettere ciò che considero prezioso per la trasformazione personale.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In "Lezioni di vita da una Diva del Ristorante" c'è moltissimo di me stessa. Ogni lezione che condivido è il risultato delle esperienze che ho vissuto, delle sfide che ho affrontato e delle intuizioni che ho acquisito nel corso degli anni. Le storie e gli insegnamenti che troverete nel libro riflettono il mio percorso personale, la mia evoluzione come ristoratrice e come persona, e la mia convinzione che il successo passi attraverso la responsabilità, la disciplina e la volontà di imparare continuamente.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
A parte me stessa, posso dire che il mio percorso nel mondo del wellness e del benessere ha avuto un ruolo fondamentale nella stesura di questa opera. Ho incontrato prodotti naturali che non solo apportano numerosi benefici all’essere umano, ma che mi hanno anche introdotto al Network Marketing, un ambito che mi ha permesso di entrare in contatto con persone che condividono la mia filosofia "AU NATUREL". In particolare, due donne straordinarie, entrambe chiamate Angela, che ho avuto il piacere di conoscere online, mi hanno ispirato profondamente. La loro passione e il loro impegno per il benessere mi hanno dato l’incoraggiamento necessario a scrivere e condividere le mie esperienze.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Nessuno ha avuto ancora il "privilegio" di leggerlo per intero, ho solo dato un paio di capitoli a chi sopra descritto che mi hanno ispirata su alcuni soggetti.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso proprio di sì, il futuro della scrittura sembra essere indirizzato verso l'ebook, soprattutto per chi come me ha uno stile di vita che si divide tra due continenti. L'ebook è pratico, facile da portare ovunque e consente di avere una libreria intera a portata di mano senza ingombro. Tuttavia, per alcuni libri, soprattutto quelli che desidero leggere in modo più intimo o riflessivo, preferisco ancora il formato cartaceo, che offre una sensazione unica di connessione con il testo. In definitiva, credo che l'ebook rappresenti il futuro della scrittura, ma il cartaceo continuerà ad avere il suo posto speciale nel cuore di molti lettori.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Adoro gli audiolibri e sono abbonata ad Audible da anni. Penso che rappresentino una nuova frontiera fantastica per chi, come me, ha un'agenda ricca e vuole continuare ad imparare mentre si è in movimento. Gli audiolibri sono diventati parte integrante delle mie passeggiate mattutine: spesso percorro 8 km o più, ascoltando i libri che mi ispirano. Un altro vantaggio che apprezzo molto è la possibilità di regolare la velocità di ascolto, il che mi permette di assimilare meglio i concetti e di adattarli al mio ritmo. Per me, gli audiolibri sono una risorsa preziosa che mi aiuta a rimanere sempre aggiornata e motivata, anche quando sono in movimento.