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03 Ott
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Intervista all'autore - Domenico Patimo -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non lo so...lo faccio istintivamente da quando sono bambino.
Verosimilmente è una estensione del mio pensiero, un modo per sopravvivere, un momento della giornata nel quale riflettere...ma non ne seno proprio sicuro. Mi alzo una mattina e qualcosa mi frulla per la mente e poi...se ho tempo la scrivo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Totalmente autobiografico, non sono mai stato molto bravo ad inventare delle storie. Avendo un soggetto con una vita avventurosa, non avevo bisogno di cercare altrove. E poi prima o poi, si è vittima dei propri ricordi.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ricordare la mia infanzia, le persone care, le storie popolari, le mie avventure di marinaio, far rivivere i morti.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
No.…la scelta è stata semplice perché connessa ad un evento realmente accaduto.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente porterei con me Montale ed Hemingway. Ma se trovassi spazio anche Quasimodo, Ungaretti, Pavese, Manzoni, Hugo e Petrarca. Perché? Perché per ciascuno di loro il mio cuore ha vibrato.
 
Ebook o cartaceo?
Entrambi. Meglio il cartaceo.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai intrapreso la carriera di scrittore. Non mi sono mai fatto pubblicità. Ho tanti manoscritti chiusi in un cassetto. Credo che per intraprendere la carriera dello scrittore occorra avere una forte motivazione personale, che debba sorreggerti nei momenti di delusione e sconforto. E magari un buon conto in banca per sopravvivere!
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
I ricordi affiorano alla mente inconsapevolmente. Ho voluto ricordare le figure a me più care e la mia infanzia trascorsa in Lucania fra i monti e i fiumi di un mondo orami scomparso. Poi scrivendo son emersi altri ricordi ancora, che valeva la pena rivivere.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una grande emozione.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia figlia.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Se è un modo per diffondere le opere di uno scrittore, va bene. Oggi sono pochi quelli che leggono...ma non so se molti quelli che ascoltano.

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