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10 Set
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Intervista all'autore - Massimo Mannocci -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono romano di Roma, nato nel quartiere storico di Trastevere, di fronte all'Isola Tiberina che gli fa da spartiacque.
Qui ho vissuto tutta la mia adolescenza poi la mia famiglia si è trasferita a Fregene dove avevamo una casa. Ho frequentato l'università, facoltà di Lettere e Filosofia e, vinto il concorso, ho insegnato per quaranta anni nella scuola media statale di Maccarese. Scrittore (meglio dire più modestamente autore) lo sono sempre stato fin da bambino quando scrivevo le mie prime poesie. Nel corso della mia carriera di insegnante ho scritto moltissimo, ma non ho mai pubblicato nulla (teatro per ragazzi, racconti, poesie, gialli, etc.) perché mi sono sempre occupato della didattica o ritenevo di non esserne all'altezza.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento particolare: la notte, con l'aiuto del silenzio assoluto, inseguo i miei fantasmi mentali e li elaboro poi la mattina presto (dormo poco e mi sveglio all'alba per andare poi in piscina a Roma e iniziare il mio allenamento quotidiano).
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Come ho avuto modo di dire in altra intervista, è senz'altro Umberto Eco, che ha scritto, a mio avviso, il più importante romanzo del secolo appena concluso: il "Nome della rosa", che ha influenzato molto la qualità dei contenuti che un'opera deve avere.
 
Perché è nata la sua opera?
Perché era ora parlare di un argomento, anche se tra il serio e faceto, di una materia, la Stregoneria, che ha visto soccombere ingiustamente decina di migliaia di donne nel corso della storia e di cui, chi ne ha colpa, dovrebbe cominciare a riconoscere le proprie responsabilità, per il disprezzo manifestato contro il "femminino". Perché la donna è il Dio in terra, sicuramente, in quanto è solo lei che crea la vita e l'accudisce.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo che la massima influenza l'abbia avuto dalle mie letture, sempre varie basate soprattutto su autori classici. Gli spunti sono sempre dati dall'attualità e dai ricordi che il mio cervello elabora in continuazione.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un divertimento, un vero e proprio passatempo che mi riempie di gioia quando da una semplice idea nasce un vero e proprio algoritmo letterario che giunge sempre al risultato che avevo adombrato.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come ho avuto già modo di dire, c'è sempre molto della propria vita in ciò che si scrive; una nostalgia per i tempi passati e che ora non ci sono più se non nella tua mente.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il ricordo dei miei genitori e soprattutto di mia sorella, morta nel 1944. Ella mi ha sempre accompagnato nella mia vita e mi continua a proteggere insieme alla mia famiglia; mi sta sempre al fianco, la sento, quasi la tocco, anche se non l'ho mai conosciuta ma ne ho sempre sentito parlare da mia madre: era una bellissima bambina ed ora è una altrettanto bellissima e purissima anima.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In genere a mia moglie, che è una grande lettrice, soprattutto di autori moderni. È una critica assai severa e non me la fa passare davvero liscia!
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo proprio di sì. Soprattutto i giovani, ma anche gli adulti o anziani, stanno sempre con lo strumento elettronico in mano e che spero si diano alla lettura di testi importanti e non solo scrivere o ricevere messaggini. Io però (purtroppo sono vecchio) ho la necessità di avere in mano il testo cartaceo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è il futuro, perché la gente può ascoltare per esempio in auto quello che vuol sentire, soprattutto in viaggio.

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