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BookSprint Edizioni Blog

02 Set
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Intervista all'autore - Valentina Coluccia -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un modo per conoscersi e conoscere gli altri.
Ho sempre pensato che se riesco con un qualsiasi mio scritto a suscitare delle emozioni, sensazioni anche semplicemente delle immagini in chi legge, ho raggiunto il mio scopo, quello cioè di aprire un canale emotivo-emozionale che possa trasmettere qualcosa, donarci la facoltà di sentirci vivi, sempre e comunque.
Penso anche che scrivere sia uno dei pochi mezzi a noi consentiti ripercorrere più di una volta la nostra vita, per fissare i momenti più importanti cioè e per poterli poi rivedere e rivivere nel tempo, scoprendoci cambiati e, perché no, magari persino migliorati.
Scrivere è un modo per non scordarci chi siamo, insomma, e per ricordare che la capacità di evolverci e mutare nel tempo, non abbandonando le nostre radici, è l'unico modo di sentirci davvero interamente noi stessi, nella nostra specifica unicità.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Moltissimo. Un po' perché la poesia è una narrazione di noi stessi e un po' perché nelle poesie c'è davvero il "vero" o meglio il vissuto del poeta stesso, senza omissioni o storpiature. Scrivere poesie diventa quasi un intrappolarsi, benevolo, senza catene, nelle parole e non nascondersi mai dietro di esse. Inoltre credo che nel "vero" che si racconta nelle poesie ci sia il "vero" di tutti gli uomini ed è questo il motivo per cui le poesie "vere" sono considerate universali. La poesia, quella "vera", crea una relazione prima di tutto con chi la scrive e subito dopo con chi la leggerà, legando scrittore e lettore in un legame indissolubile attraverso il vissuto reale di quanto ci accade ogni giorno e che ci ha permesso d scrivere.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il segreto di questa raccolta di poesie è l’abbraccio, il calore, il colore, l’allargamento degli orizzonti, prima di tutto interiori. Il segreto è oltrepassare i limiti che questa nostra cultura sembra imporci di rimanere focalizzati solo sul linguaggio della razionalità, sul rigore mentale e sulla logica stringente. La poesia irrompe in questo spazio coerente e ordinato con immagini che esulano dalle regole del linguaggio quotidiano per richiamare in primo piano emozioni, sensazioni, sogni, speranze, ideali, passioni, desideri, speranze, timori, aspettative, intuizioni, aneliti, ideali, gioie e dolori. Tutto quello che non trova mai spazio magari in uno scritto più lungo, sotto forma di romanzo.
Scrivere questa silloge ha significato per me riappropriarmi in modo ribelle e gentile del mio tempo, contro alla cultura della velocità, sedermi ad un computer e lasciare fluire le parole, le immagini, i suoni e sentirmi incredibilmente libera.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
È stata semplice. Volevo un titolo che descrivesse le sensazioni immediate che una poesia può suscitare, senza intermezzi o interpretazioni. Mi piaceva poi l'immagine del camminare a piedi scalzi; uno " scatto fotografico" o anche un fermo immagine che rendeva bene la sensazione di libertà che si prova quando si sta bene con sé stessi, magari lontano dal traffico dall'andirivieni quotidiano, in mezzo alla natura, con i sensi aperti a cogliere la meraviglia di quanto ci circonda.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Questa è una domanda difficile. Credo che dipenda molto dai momenti della vita. In questo momento porterei con me " la voce a te dovuta" di Pedro Salinas perché mi appartiene il suo poetare che sposta l’assolutezza della parola dove non può essere raggiunta se non attraverso la ricerca interiore. La sua parola non fa rumore ma si offre silenziosamente diventando simbolo di una profonda interiorità.
Porterei anche il romanzo di Margaret Mazzantini " Non ti muovere" per le sue descrizioni crude, vivide e intense che arrivano dritte al cuore, prendono vita davanti agli occhi come una fotografia e to lasciano senza fiato. Di questo libro, come raramente accade, mi è piaciuta anche la trasposizione cinematografica.
 
Ebook o cartaceo?
Entrambi, cartaceo per la biblioteca immensa, a parete o meglio a pareti, di casa, ebook per portare moltissimi libri sempre con me.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non c'è stata una data precisa, è sempre stato un mio modo di essere quello di riuscire ad esprimermi forse meglio scrivendo che a voce. Forse perché la scrittura mi permette maggiore riservatezza che caratterialmente mi appartiene. Mi definirei un essere sociale più che socievole, nel senso che mi piace stare in mezzo agli altri ma mi piace ancora di più ascoltare e osservare, lascio a pochi, forse pochissimi la missione impossibile di leggermi dentro oltre la piacevole apparenza.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Versi Scalzi nasce come continuazione di un mio primo libro di poesie pubblicato nel 2011, dal titolo " Voce Nuda". Dopo la prima silloge mi sono dedicata a scrivere racconti di viaggio, sempre con l'idea di condividere le mie esperienze di vagabondaggio culturale e con l'intento di scoprire e conoscere le diversità altrui uscendo dagli odiati-amati confini del nostro piccolo mondo quotidiano.
Pensavo che la vena poetica si fosse esaurita con il primo libro e invece, improvvisamente, proprio come nella prima poesia che dà vita alla silloge "Versi Scalzi" e che si intitola "Folate", in una sera dello scorso autunno, in pochi minuti ho ricominciato a scrivere di getto ed è stato qualcosa di estremamente scorrevole e immediato, come se avessi semplicemente ritrovato una chiave dimenticata in un cassetto e avessi riaperto una cassapanca ancora piena di parole.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una gioia immensa, incredibile.
Pensare che in questi tempi di mordi e fuggi un Editore di qualità e importanza con la BookSprint di Vito Pacelli abbia creduto in me e nel mio progetto aiutandomi a realizzare un sogno che credevo impossibile ti riconnette con l'universo-mondo, ti fa capire cioè che esistono ancora persone che operano con grande professionalità, correttezza e una grande capacità di leggere oltre ai testi per arrivare al cuore vero delle persone, senza lucrarci minimamente.
Un vero miracolo.
Non li ringrazierò mai abbastanza.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre, da sempre non dietro né davanti a me ma "sulla soglia" per sostenermi e aiutarmi nelle mie scelte con la grandissima capacità e intelligenza di lasciarmi sempre e comunque libera di scegliere.
A seguire pochissimi altri, quelli che abitano nel cuore e che fanno il tifo per me sempre e comunque.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia molto interessante e utile anche per ottimizzare i tempi, magari durante gli spostamenti necessari al lavoro e alla vita quotidiana non perdendo l'occasione di accrescere la propria conoscenza.

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