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02 Mag
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Intervista all'autore - Federico Sacchetti -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma il 08-08-1940 da famiglia medio borghese.
A 17 anni ho preso il brevetto di pilota per volo turistico , e a 20 anni ho prestato il servizio militare di ferma obbligatoria in qualità di ufficiale degli alpini.
Finita la ferma militare , ho frequentato la scuola di volo per piloti professionisti nella scuola di volo dell'Alitalia, presso la quale, poi, ho lavorato per 35 anni , dei quali 30 da comandante, e nel 1996 sono andato in pensione.
Nota : Se dipendesse da me , io la finirei qui; ma siccome voi siete esperti di vendita, vi autorizzo ad utilizzare quanto segue a vostra discrezione.
Sin da bambino amavo trafficare con utensili di fortuna per realizzare delle " invenzioni"; ed infatti a 12 anni di età realizzai un piccolo razzo con un amico,
che alla prova esplose e ci mandò in ospedale.
Da allora fui soprannominato "Pietro Micca", storico patriota del risorgimento italiano, noto per i suoi attentati esplosivi ma che oggi lo avrebbero definito terrorista.
Non ho mai letto molto i giornaletti a fumetti, ma quel tanto che basta per conoscere " Archimede Pitagorico" , inventore al soldo , scarso, di Paperon de Paperoni.
Questo personaggio mi affascinava perché, appunto ,quello che inventava se lo realizzava nel suo laboratorio in solitudine, così come io già facevo .
Man mano che crescevo il mio laboratorio cresceva insieme a me, ed oggi ne ho uno di tutto rispetto che mi permette di realizzare le mie idee in autonomia.
Detengo 9 brevetti di invenzione industriale, ma essendo un pessimo venditore non ne ho venduto nemmeno uno; in compenso me ne hanno copiati 5.
La soddisfazione , comunque è stata grande lo stesso.
Per quanto riguarda la lettura, come ho già detto, non leggevo giornaletti ma libri biografici dei grandi artisti e personaggi storici. Crescendo sono passato poi ai romanzi veri e propri , che ho letto per molti anni della mia vita , fino a quando mi sono reso conto che dai romanzi non imparavo niente di quello che mi interessava , e conseguentemente mi sembrava di perdere tempo.
Perciò , sono passato ai romanzi storici, poi ai libri di storia , e poi a quelli di filosofia divulgativa ed infine a quelli di fisica .
Non mi ritengo uno scrittore , perché gli scrittori inventano storie, io invece non ho fatto altro che mettere insieme delle nozioni in maniera sintetica.
In verità , in passato ho inventato un paio di storie , ma le hanno lette solo parenti ed amici, cioè 7-8 persone.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Qualunque, per trascrivere quello che mi è venuto in mente.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Come ho detto, sono molti anni che non leggo romanzi, ma questi tre, che ora elenco, li ho addirittura anche riletti; caso unico.
Sono:
- Cento anni di solitudine, di Garzia Marquez.
- Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati.
- Il ritratto di Dorian Grey, di Oscar Wilde.
Mi sono chiesto perché ho riletto solo questi tre romanzi e cosa avevano in comune che mi aveva affascinato così tanto.
La risposta che mi sono dato è stata:"L'incombere di questo loro tempo che scorre inesorabilmente."
 
Perché è nata la sua opera?
Sin da quando avevo cominciato a leggere libri di filosofia e di fisica, cioè tanti anni fa, riportavo in un contenitore, i punti e i concetti più interessanti affinché non li dimenticassi; ad un certo punto, mi è venuta voglia di metterli insieme in un libro, per poi farlo leggere agli amici e parenti; infatti nel libro dò del tu come se fosse un ipotetico amico.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Più che di contesto sociale io direi che mi hanno influenzato i tanti libri che ho letto.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per fortuna non ho nessun bisogno di evadere la realtà, mentre in questo libro la realtà che c'è, è solo la realtà della natura.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Poco e niente, se non quel pizzico di ironia che mi contraddistingue e che non riesco proprio ad eliminare.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, la mia donna in un momento di crisi relazionale.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia figlia e alla mia donna di cui sopra.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non entro in merito, perché essendo di un paio di generazioni fa, detesto tutto quello che non sia cartaceo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Idem come sopra, però, almeno l'audiolibro serve ai non vedenti.
Alla mia età, non mi sembra che sia dignitoso farsi raccontare le favole.

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