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BookSprint Edizioni Blog

30 Gen
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Intervista all'autore - Giovanna Farinola

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta in un paese retrogrado e povero della Puglia, dove i soldi sono più importanti della cultura.
Per esigenze mi sono trasferita nella città limitrofa dove ho trovato una sostanziale differenza. Per quanto Bisceglie disti qualche Km di distanza, la differenza culturale è abissale. Ci sono più librerie (tutte valorizzate), più accademie musicali, conferenze teatrali e anche le parti storiche (seppur alcune lasciate in disuso) altre vengono ben apprezzate. Io per prima vivo in un caratteristico palazzo storico di metà Settecento, perduto nel tempo e abbandonato dai ben culturali, eppure è il primo posto che i biscegliesi stessi ricordano con piacere.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Per quanto sia di qualche decennio fa, è molto attuale: Autorità perduta di Crepet. C’è bisogno di coraggio e intraprendenza in questo mondo e molti non riescono a capirlo, soprattutto i giovani, seduti sugli allori e perennemente impigriti dai cellulari. Anche in Due vite questo messaggio è ben evidente.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’eBook?
Faccio parte di quella percentuale che preferisce della buona carta da sfogliare e da “sniffare”. Inoltre credo che la maggior parte delle persone che si affida agli ebook è perché trova i romanzi o le storie che vuole gratuitamente su internet, in modo anche illegale.
Sono a favore della comodità di poter portare però l’accessorio anche in borsa, sostituendo il peso della carta. Ad esempio ora sto leggendo L’ombra dello scorpione di King; un bel mattone da mettere in borsa per poterlo leggere ovunque… eppure riesco sempre a trovare la soluzione per uscire con un buon libro in borsa.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È puro amore! Non ho altri modi per descriverlo, sin da piccola: dalle storie inventate con le bambole o i pupazzetti, alle piccole favolette scritte sui quaderni che mia madre mi metteva da parte per dar sfogo alla fantasia. Da adolescente con i diari segreti, custoditi con tanto di lucchetto, nell’armadio. Inizialmente semplici sfoghi della giornata, per arrivare ad essere dei veri e propri racconti. Da adulta sono diventati un modo per creare una nuova vita, ed evadere parzialmente o talmente dalla realtà. Avventure, storie d’amore, prime volte e perfino cose che non mi immaginerei mai di fare, sono tutte presenti nei miei racconti.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il timore di scordare un sogno vivido. Proprio la paura di dimenticare mi ha portato a scrivere in fretta e furia uno screenplay, terminando la stesura in un giorno. Ma non mi bastava. continuavo a leggere quei dialoghi e a immaginare come i vari protagonisti si ponevano in base ad essi e di lì ho costruito una prima narrazione intorno. Infine, sono andata a caratterizzare ogni piccolo punto, ogni senso ed ogni luogo della storia, dando vita al manoscritto.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La protagonista Aurora rappresenta per me la persona che ognuno di noi dovrebbe essere: gentile, responsabile, testarda e coraggiosa; nonostante le sue insicurezze, le ipocrisie e il passato poco felice. Lei per me è colei che può vincere su tutte le ingiustizie e basta davvero poco per poter prendere le redini in mano della propria vita. L’ho resa il più reale possibile, imperfetta, ma in grado di esplodere grazie a un solo sentimento: l’amore sia romantico che quello che dedichiamo alle persone che vogliamo bene.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho sempre visto la scrittura come valvola di sfogo, puramente personale, piuttosto che come una vera e propria carriera. Infatti (errando) la mia situazione scolastica e universitaria va controcorrente con questa scelta, ma non è mai troppo tardi per rinsavire e spero che questo sia solo l’inizio di un viaggio lavorativo importante per me.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo di aver avuto la necessità di scrivere quanto partorito dalla mia mente. Così quella mattina lavorativa, tra una chiamata/e-mail e l’altra, approfittai del nuovo quaderno dalla copertina rigida rossa (comprato per casualità il giorno prima per lavoro) per riempirlo di lettere e parole. Dopo un turno di otto ore, senza alzarmi nemmeno una volta nemmeno per espletare i bisogni primari, terminai i dialoghi dello screen-play. Solo 3 anni dopo, ossessionata da quella storia, ho deciso di narrarla, dando vita alla stesura.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, mai. In quanto non ne ho avuto l’occasione. Le parole uscivano da sole e il contenuto veniva fuori quasi per magia, senza tregua. In quest’ultimo anno mi sono dedicata alla stesura completa di Due vite, divisa in tre magnifiche parti.
 
Il suo autore del passato preferito?
Datato, ma sempre presente il pensiero di Oscar Wilde è validissimo e ha influenzato tantissimo il mio modo di vedere il mondo e soprattutto di scrivere.
Non troverete una scrittura ottocentesca, anzi è molto presente e moderna. Però l’influenza di pensiero di Wilde è leggibile tra le righe di un moderno XXI secolo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Al contrario dell’ebook, sono a favore. Come i podcast, gli audiolibri sono un modo per rilassarsi quando si è in giro a fare una passeggiata da soli e, anziché ascoltare musica, uno si catapulta in una storia. Mi è capitato di ascoltare un audiolibro mentre facevo la mia corsa mattutina qualche tempo fa, mi sentivo parte dell’avventura del protagonista. Naturalmente il doppiaggio è fondamentale in questi casi e ce ne sono di fatti veramente bene, altri un po’ meno.

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