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20 Dic
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Intervista all'autore - Rosalba Granata -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere da respiro all'anima. E' un modo per dare forma, ordine, incanalare pensieri, immagini, situazioni, fantasie che in modo imprevisto e disordinato mi sovvengono.
Il racconto non è autobiografico sebbene ambientato in luoghi familiari e cari
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il racconto non è autobiografico sebbene ambientato in luoghi familiari a me cari.
Una scrittura sincera, d'altronde non può prescindere da quel che si è e credo ci sia un po' di me in ogni rigo.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi ha permesso di esprimere idee in cui credo. La morte non spezza il filo che ci lega alle persone amate. Quanto sia difficile distinguere la realtà dalla verità e quanto inopportuno formulare giudizi solo basandosi sulla apparenza delle cose.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo mi è stato suggerito dallo sviluppo delle ultime pagine del racconto la cui conclusione da' senso a tutto lo scritto.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Michela Marzano. Riesce in modo semplice, egregio, essenziale, a fare chiarezza e dare forma a pensieri che sento essere anche i miei.
 
Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo. L'Ebook però può avvicinare alla lettura coloro che non la amano.Preme
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Premesso che non mi considero una scrittrice ma una "scrivente", in passato ho pubblicato due scritti. Durante il periodo di isolamento vissuto in occasione della pandemia, mi sono dedicata a ciò che mi faceva bene. e mi dava una possibilità di evasione. Oltre alla pittura, al disegno, ho sentito il bisogno di riprendere a scrivere.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come racconto nella prefazione, l'idea è nata dall'aver assistito, alcuni anni or sono su un autobus, ad una lite tra madre e figlia. Una frase pronunciata dalla madre mi ha colpita e non l'ho più dimenticata.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un senso di pienezza, felicità per il coraggio di esporsi.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia amica più cara che reputo una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto. Giudice spietata e sincera ma sempre incoraggiante e costruttiva nella critica.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo possa essere un buono strumento per trovare tempi e spazi per la lettura per chi non ne ha.

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