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15 Dic
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Intervista all'autore - Rodolfo Traversa -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Torino e dal 1963 ho svolto la professione dell'attore, pertanto non sono uno scrittore, ma uno scrivente.
Lo scrivente non scrive perché ha qualcosa da dire, ma perché vuol dire qualcosa, quello che non ha mai detto di sé o per lasciare un ricordo di sé a qualche amico. Verba volant, scripta manent.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Essendo scrivente, scrivo quando le parole vengono a cercarmi e mi propongono di essere sviluppate in qualche progetto.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Per quel che riguarda la letteratura infantile Gianni Rodari. Per quel che riguarda la letteratura per adulti Emile Cioran.
 
Perché è nata la sua opera?
Perché è nata la mia nipotina, che ha avuto la fortuna di avere una madre che le ha sempre parlato come se lei fosse adulta, aiutandola così a sviluppare una conoscenza
lessicale che ha reso stupefatte le sue maestre. Terapia sorriso è stato scritto per lei, per il suo divertimento, per suscitare la sua allegria.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale nel quale ho vissuto è stato il teatro e devo al teatro la conoscenza
del mondo letterario e l'apprendimento del gioco linguistico che mi ha consentito di diventare scrivente.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Generalmente lo scrivente ricorre alla scrittura per cercare un risarcimento fittizio per
tutto quello che la vita gli ha negato.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
A questa domanda ho già risposto nelle domande precedenti.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia nipotina.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie Daniela.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Presumo che il futuro sia questo. Io appartengo a una generazione che ha sempre maneggiato libri cartacei, li ha sfogliati, ha odorato il profumo della carta stampata,
li ha presi e li ha riposti dagli scaffali e li ha conservati come fossero gli amici della sua vita. Ho provato a leggere l'ebook, ma ho trovato quelle parole liquide e sfuggenti, ero
incapace di trattenerle nella mente. Questo, però, è un limite generazionale e immagino che per i lettori odierni sarà completamente diverso.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che l'audiolibro sia un'ottima risorsa, a condizione che l'attore che lo legge
disponga di una buona affabulazione e che legga le parole scritte non come se fossero scritte dall'autore, ma come se le avesse scritte lui, cercando di trasmettere con la sua lettura quello che lo scrittore intendeva trasmettere con la sua scrittura.

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