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BookSprint Edizioni Blog

04 Dic
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Intervista all'autore - Eleonora Rossi -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura è stata una cura di me, della mia anima e della mia mente.
Ho un diario dove scrivo quando mi va, quando ne sento il bisogno, o semplicemente per aprirmi con me stessa, raccontando la giornata vissuta o esprimendo paure, ansie, tentando di entrare in contatto con le mie emozioni, con il mio sentire.
Quando scrivo mi sento libera.
Alle volte faccio molta fatica a scrivere, soprattutto quando sento un forte peso dentro me, ma quando trovo la forza, poi, tutto si alleggerisce e diventa più chiaro.
Quando scrivo è come se mi alleggerissi, spogliandomi di qualche vestito che mi sta troppo stretto.
Quando scrivo entro in contatto con me, con quello che provo; mi ascolto, piango, rido, ricordo, descrivo...
Infine da un anno e poco più ho comprato una polaroid con l'idea di scattarmi qualche foto da allegare a quanto sento, per immortalare l'emozione, soprattutto quelle che ho sempre fatto fatica ad accettare, come la rabbia, la paura, la tristezza, l'insicurezza...
L'idea di allegare la foto a quanto scritto mi permette di rivederla, rivedermi ed accettarmi in tutte le mie sfumature, con l'idea di normalizzare anche le emozioni più faticose.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro è presente un periodo della mia Vita, momenti, attimi, emozioni, stati d'animo trasmutati in parole, pensieri, riflessioni, punti di vista.
Nel libro, come nella Vita emerge una nota delicata positiva, che vede il bicchiere mezzo pieno, nonostante l'oscurità che mi ha accompagnata.
Nel libro è tutto reale, ogni parola, sensazione, pensiero, parole scritte, annotate sulle note del telefono o su un foglio.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere è stato curativo.
La scrittura è stata disordinata e ad intermittenza; scrivevo in momenti diversi, in posti diversi, con emozioni diverse dentro di me.
Scrivere è stato un po’ come cercare di dare un senso a quello che sentivo e che vivevo in quel preciso istante.
Scrivere è stato come dar voce a quanto provavo, alle mie emozioni e, a volte, ai miei pensieri.
Scrivere mi ha permesso di rileggermi, risentirmi, visualizzando anche la metamorfosi che stava avvenendo dentro me.
Poi un giorno ho deciso di raggruppare tutti i pensieri annotati, con l'idea di poterli pubblicare.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro è arrivato nel flusso, da sé.
Non ho dovuto pensarci molto o valutarlo eccessivamente.
L'immagine del fiore rappresenta l'essere umano misterioso, in continuo cambiamento e dai petali diversi tra loro. I petali rappresentano le emozioni, le caratteristiche, tutte quelle sfumature che permettono di essere ciò che ognuno di noi è.
"Petali di Parole" perché nei miei petali ho scritto parole, ho "buttato fuori" quella roba che mi muoveva dentro.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'ipotetica isola deserta avrei il grande piacere di vedere vicino a me Gio Evan.
Perché? Bè perché Gio Evan è stato una scoperta, una carezza all'anima, una profonda connessione e immedesimazione.
Gio Evan è profondità, trasparenza, riflessione, Amore; lui con le sue poesie, con le sue canzoni ti fa mettere inevitabilmente in discussione, ti aiuta ad amarti, a fiorire e a sbocciare.
Gio Evan lo sento molto affine a me; ha rispolverato in me il valore e l'importanza delle piccole cose, delle piccole azioni, e mi ha permesso un grande cambio di prospettiva.
Mi piace il suo essere fuori dagli schemi, anticonformista; lui che stimola ognuno di noi ad essere ciò che siamo, lui che crede nelle persone, nel dialogo, nel contatto, in un abbraccio, in una parola, in tutto ciò che fa bene al cuore e di conseguenza a tutti noi, creando maggiore connessione, comprensione, ascolto, nella speranza di poter far germogliare un seme di pace in questo mondo.
 
Ebook o cartaceo?
Preferisco il libro cartaceo.
Il libro lo vivi, lo tocchi, lo senti, lo respiri.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non credo certo di aver intrapreso la carriera di scrittrice, ho semplicemente avuto il desiderio di pubblicare un libro, con la speranza che possa aiutare anche solo una persona.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non è un Romanzo, per questo l'idea non è nata in un momento ben preciso.
"Petali di Parole" è una raccolta di poesie, pensieri, aforismi, riflessioni nati in attimi di vita.
L'idea di raggrupparli è nata per cercare di metterli in ordine, e mentre li riscrivevo si è fatto avanti il desiderio di creare un libro e pubblicarlo.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Quando sono stata contattata ed ho cominciato a vedere il mio libro prendere forma, ho provato passo passo emozioni positive, forti e anche di sollievo; riflettendo su quando il dolore, alla fine, possa produrre, generare e risollevare.
Perché infondo... dal mio Caos è nato "Petali di Parole".
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Per il momento nessuno lo ha letto tutto.
Alle persone più care ho fatto leggere qualche poesia, pensiero, soprattutto all'inizio quando ero emozionata dall'idea di poterlo pubblicare.
Quando l'idea di pubblicarlo ha cominciato a prendere forma, non l'ho fatto più leggere a nessuno, con l'idea di farglielo trovare tra le mani una volta stampato.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che non sia leggere un libro, ma ascoltarlo, come ascolti una conferenza, un TED talks, o una registrazione.
Ha sicuramente il suo beneficio ed è comodo ascoltarlo mentre passeggi. Io personalmente parlo per esperienza personale, e l'ho ascoltato solo una volta mentre camminavo, ma mi sono persa più volte e non sono riuscita a seguire con attenzione ed immersione.
Penso che il libro cartaceo sia vissuto più come esperienza ed è come se difronte a te avessi una seconda persona che ti parla, si confida, ti racconta.
Il libro cartaceo è immersivo e richiede l'attenzione tutta per lui.
L'audiolibro è sicuramente un grande strumento inclusivo.

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