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21 Nov
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Intervista all'autore - Cesare Spotti -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è riuscire ad esprimere tutto quello che a volte non riesco per timidezza od eccessiva emotività a manifestare oralmente.
La scrittura rappresenta da sempre una completa realizzazione del mio essere come persona, una "valvola" di sfogo, una passione esercitata fin dagli anni dell'adolescenza. Se non potessi scrivere di tutto. credo che mi sentirei un po' "perso" e forse non riuscirei a sopravvivere a lungo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro si ispira a fatti di cronaca, poi "liberamente" adattati realmente accaduti lo scorso inverno a Bolzano. Fatti che devono far riflettere su fenomeni come il dover vivere ai margini della società, da "invisibili" e da dimenticati. Della mia vita reale nel libro è presente il fatto di aver appreso dai giornali e dalla Tv locali di queste tristi vicende, vivendo quasi 6 mesi l'anno in provincia di Bolzano. Pertanto ho seguito le due storie che narro nel libro, storie che mi hanno ispirato per la realizzazione del romanzo breve. Ho pensato che il raccontarle possa servire a far riflettere su come al giorno d'oggi sia facile essere dimenticati e finire ai margini della società, vivendo una esistenza da "invisibili" che non può più essere definita come tale.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Dare voce ed il giusto spazio agli umili, ai dimenticati, a persone costrette dalle più o meno tristi ed altalenanti vicende della loro vita a compiere scelte radicali come quella di vivere ai margini della società, senza avere una speranza di poterne uscire, perlomeno sino al verificarsi di qualche fatto quasi "magico" ed ormai imprevisto ed inatteso che possa radicalmente mutare il corso delle cose. Una seconda possibilità che a volte anche nei momenti più bui della nostra esistenza, la vita ci concede sempre per poter tornare a sperare in un futuro migliore.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Semplicissima, in quanto mi sono ispirato ad un momento temporale in cui accadono gran parte delle vicende narrate, ovvero l'alba in cui spesso col sorgere del sole e con la luce del giorno può nascere anche una nuova speranza di vita. In un caso riguardante la prima storia narrata però l'alba non è portatrice di luce e di speranza ma segna solo il passaggio tra la vita terrena e quella celeste. Non sempre, infatti, le storie hanno o possono avere un lieto fine.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Come già ribadito in altre precedenti interviste, porterei con me sempre i romanzi o le poesie di Cesare Pavese perché da ragazzo nella mia formazione letteraria mi hanno fortemente "ispirato". Pavese spesso compare come citazione anche in molti dei miei scritti da autore, passati o più recenti. È una costante fin dall'età di 13 anni!
 
Ebook o cartaceo?
Preferisco da sempre il cartaceo ma di recente anche attraverso le mie numerose pubblicazioni mi sono fatto "conquistare" dagli ebook che per molti dei miei lettori risultano essere più comodi ed anche economici. Nessuno però potrà mai togliermi la soddisfazione ed il piacere di sfogliare un libro, tenendolo per mano come si fa con un figlio od un vecchio amico.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Da ragazzino, all'età di 10 anni comprendendo che diversamente da altri per me era più facile manifestare i miei sentimenti o le mie emozioni per iscritto rispetto a quanto non accadesse o non sapessi fare a voce. So che sembrerà strano ma assicuro che è la più assoluta e "strabiliante" verità!
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea come scritto in precedenza nasce dalla lettura sui giornali locali di fatti sconcertanti di vita ai margini della società che mi hanno colpito e fatto riflettere molto. Un aneddoto curioso…dovevo scegliere se "confezionare" un lieto fine alla seconda storia del libro o lasciare il finale in sospeso conscio che nella vita non sia come nelle favole dove spesso impera il lieto fine. Ho effettuato un sondaggio tra i miei non moltissimi ma affezionati lettori...l'esito di questo sondaggio lo scoprirete se avrete la costanza di leggere il mio libro che i primi critici in anteprima mi dicono essere" fluido e scorrevole, con un notevole potenziale". Bontà loro, mi auguro, per i lettori che sia davvero così!
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ho già pubblicato altri cinque libri oltre a questo e posso dire che ogni libro diventa quasi come un figlio a cui si è legati ed a cui si vuole bene. Lo si concepisce, lo si vede nascere e crescere un po' alla volta. Poi lo si accompagna nel suo percorso e lo si presenta al prossimo sperando che il prossimo lo gradisca e lo tenga nella dovuta considerazione.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Nessuno a differenza dei precedenti libri usciti negli ultimi due anni ha ancora letto in anteprima il libro, se si eccettuano i gentili ed affidabili redattori della Casa Editrice che ne hanno ricavato una buona impressione e stilato una confortante recensione. Li ringrazio perché ritengo abbiano compreso a fondo il messaggio che il mio libro vuole dare. Un messaggio semplice ma che spero possa arrivare dritto al cuore ed alla coscienza di molti. Almeno così io mi auguro.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
I miei precedenti libri sono usciti anche in formato audiolibro. Uno strumento efficace ed indispensabile per chi per problemi fisici non si può più cimentare nella lettura o per chi preferisce ascoltare il libro narrato dalla calda e coinvolgente voce di un attore. Conservo gelosamente il messaggio toccante di un lettore ipovedente friulano che mi ha ringraziato di cuore per essere uscito anche con l'audiolibro di un mio recente libro. Un dovere...Poter arrivare a tutti e da tutti è un inestimabile piacere!

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