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BookSprint Edizioni Blog

24 Ott
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Intervista all'autore - Sebastiano Spinali -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Sebastiano Spinali, un comunissimo studente universitario di ventuno anni che vive in Sicilia.
Sin da bambino, ispirato un p0' dal mare che circonda la mia amata Augusta e dal profumo dei libri stampati, scrivevo sui quaderni di scuola incipit di romanzi mai portati a compimento. Con il passare degli anni, anche grazie agli studi universitari, ho avuto modo di approfondire bene l'universo letterario, non solo italiano ma anche europeo. Ciò ha permesso un grande arricchimento del mio bagaglio culturale e, soprattutto, è stata fonte di ispirazione per questa raccolta di poesie. Quindi, in concreto, posso dire che non c'è stato un momento esatto in cui ho preso la decisione di scrivere perché è una cosa che fa parte della mia quotidianità da sempre. La penna è una sorta di prolungamento della mia mano.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento che prediligo perché sarebbe tutto troppo finto e forzato. Quando sono ispirato, mi fermo e scrivo. L'ispirazione può venire anche quando si è alla fermata dell'autobus (e mi è capitato), quando si è al supermercato a fare la spesa. In questi momenti nascono le cose più vere e, quindi, le più belle.
Mi è capitato anche di non scrivere per lunghi periodi perché non ispirato da nulla... capita anche questo. Meglio fermarsi un po' che scrivere bugie.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è, senza ombra di dubbio, lo svizzero Joël Dicker. Ogni suo libro è un piccolo tesoro da custodire con cura. La cosa che più mi colpisce della sua penna è la scorrevolezza. Ogni libro conta oltre cinquecento pagine ma, grazie alla sua abilità, si leggono tutte d'un fiato.
Joël è una continua fonte di ispirazione. Mi piacerebbe, un giorno, incontrarlo e farmi svelare qualche trucco del mestiere.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata perché è il momento giusto. La mia raccolta di poesie è il frutto di lunghe sperimentazioni e intense letture. Inoltre, è nata perché, da tre anni, sono innamorato della ragazza più bella del mondo, Giulia. L'amore è stato l'inchiostro dentro la penna.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi abbastanza. Molte delle mie poesie sono ambientate in luoghi a me vicini e trattano temi legati alla mia vita personale. Sin dalla dedica, si evince che queste poesie siano lo specchio del mio vissuto.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La scrittura, secondo me, è l'arma più potente al mondo e lo è perché libera. Ad oggi, per fortuna, QUASI tutti possono scrivere liberamente ciò che pensano e provano, anche se con fini diversi. Io, ad esempio, scrivo perché mi piace evadere dalla realtà per qualche momento e rappresentare su carta una realtà migliore di quella che viviamo.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Dalle risposte alle domande precedenti, si evince che in ciò che ho scritto c'è molto di me, forse tutto.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, la mia fidanzata e grandi modelli d'ispirazione come Dante, Pascoli, Montale, Ungaretti, Omero, Juan Boscán, Garcilaso de la Vega, Luis de Góngora e molti altri.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia fidanzata.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io credo che sia fondamentale assecondare il progresso, evitando quindi di rimanere ancorati ad una realtà che non sentiamo nostra. Personalmente, preferisco leggere in versione cartacea ma non mi dispiace neanche quella digitale.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l'audiolibro, come la musica, la poesia, la pittura, il cinema, il teatro, sia una forma di comunicazione artistica con un suo valore. Tuttavia, secondo il mio parere, una cosa è leggere e una ascoltare. Leggere significa usare gli occhi per divorare ogni singola parola. Ascoltare, invece, chiudere gli occhi di fronte ad una voce registrata. Chi chiude gli occhi di fronte ad un libro non sa cosa significhi realmente leggere. 

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