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25 Ott
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Intervista all'autore - Francesco Sebastian Grasso -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi presento sono Francesco Sebastian Grasso e sono nato a Palermo nel 2001.
Mia madre è marchigiana , mentre mio padre è di origine siciliana.
Quest’ultimo per motivi lavorativi è stato trasferito più e più volte durante la sua prestigiosa carriera.
Ciò mi ha portato a vivere e crescere in diverse parti d’Italia.
Tutto questo ha creato in me un grande spirito di adattamento , ma soprattutto di apertura mentale.
Dopo essermi diplomato presso il Liceo scientifico di Ripatransone (AP) , ho deciso di continuare i miei studi nell’ambito dell’informazione , difatti sono iscritto al primo anno del corso di Scienze della comunicazione presso l’Università degli studi di Teramo.
Nel contempo sto costruendo il mio futuro tramite la stesura di diversi testi e come apprendista giornalista.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sicuramente il momento della giornata che preferisco per scrivere è la notte.
Infatti durante le ore più buie mi ritrovo solo e assolto nei miei pensieri , tutto ciò condito assieme ad un’importante dose di sigarette , mi permette di far coincidere almeno parzialmente le migliaia e migliaia di idee che affollano la mia mente.
Non è da escludere che alcune di queste idee mi vengano durante la giornata , e io anche nelle situazioni meno opportune trovo l’occasione di annotarmi il tutto , che sia sulle note del cellulare o su un qualunque pezzo di carta a mia disposizione.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sicuramente anche se passato a miglior vita da qualche tempo, il mio autore preferito è Andrea Camilleri, una vera e propria istituzione nell’ambiente.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per il mio bisogno di dare un volto, o meglio una storia ad un uomo che nella realtà una storia non ce l’ha, o meglio ce l’ha ma nessuno la conosce, visto che non si scoprii mai chi fu realmente Jack lo squartatore.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente crescere in un contesto sociale agiato mi ha permesso di avere opportunità di formazione e di crescita dal punto di vista culturale che molti purtroppo non hanno.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è una specie di liberazione, io tatuo i fogli di carta con i miei pensieri , come se la penna che uso fosse il tramite per farli uscire e riordinarli nella realtà.
Io come tutti gli artisti mi reputo una “spugna” ovvero mi una persona sensibile a metabolizzare e captare ogni cosa , qualunque cosa , che sia il discorso di una persona , una frase di una canzone , l’immagine di un film , per non starci a dilungare io capto qualunque cosa e la assimilo facendola mia per poi trasferirla ed inserirla al meglio nella mia vita e nelle mie opere.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C’è tutto di me nei miei racconti.
C’è la mia storia, c’è la storia di chi mi sta attorno, delle persone a me care, delle persone che ho incontrato lungo il mio cammino, e io cerco di portare tutto questo all’interno di me e delle mie opere.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente mia nonna Giuseppina, la mia prima fan che ha sempre creduto in me, anche quando le mie qualità erano nascoste dal mio carattere forte ed esuberante.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima persona a leggerlo è stata mia nonna Giuseppina, grande lettrice e grande conoscitrice di vita.
Proprio sulla sua ci sarebbe da scrivere molto e questo è uno dei tanti obbiettivi che ho in cantiere, raccontare il suo passato per costruire mio futuro.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il futuro della scrittura, a parer mio, come ormai qualunque cosa sarà digitale, io però anche se appartengo alla nuova generazione amo la vecchia scuola, carta e penna per scrivere e un bel libro fisico da leggere, emozioni visive, olfattive e tattili vere e fortissime.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente l’audiolibro è un qualcosa che permette a tutti di fruire della scrittura, senza problemi di spazio e tempo.
Credo però che in questa maniera non si provino le stesse emozioni che si hanno quando si legge un libro utilizzando la voce del pensiero…

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