Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
L’attività di scrittrice si affianca quella di docente presso un istituto superiore di Milano.
La mia volontà di leggere certi aspetti del mondo contemporaneo ma anche di un mondo molto lontano, mi porta a cercare di mettere a fuoco certi momenti storici particolari che hanno destato in me e continuano a suscitare Grande interesse e curiosità, nel caso specifico del testo dedicato Politkovskaja, si aggiunge l’elemento civico, il riconoscimento di un impegno così delicato e prezioso.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sicuramente la sera mi dà quella concentrazione e quella nitidezza di pensiero che mi permette di esprimere al meglio I miei pensieri e di imprimere una direzione alla narrazione. Questa condizione si presenta in forma ancora maggiore durante la notte che si traduce in un tempo sospeso ideale per riflettere.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ultimamente ho apprezzato molto Michela Murgia di cui ho riportato una citazione nella parte riservata alla dedica, la sua scomparsa mi ha fatto comprendere quanto profondo sia stato Il suo sguardo sulla situazione femminile in un periodo storico che mi coinvolge e mi contiene. Il suo pensiero così lucido e gentile ha accompagnato le riflessioni e le speranze di molte donne italiane e non solo. Mi sono resa conto, in modo colpevolmente tardivo, del suo grande impegno civico, della sua militanza, che la esponeva spesse volte alle critiche di detrattori poco informati e retrogradi. Certamente la consapevolezza del poco tempo che le restava l’aveva portata ad andare oltre ad essere ormai parte di un mondo meta-letterario, in cui la condizione femminile entrava in un “oltre” di idee di valori e di sentimenti molto più ampio e stratificato.
Perché è nata la sua opera?
Il 24 febbraio del 2022, mentre tornavo dal lavoro ascoltavo Radio 24 e il giornalista riportava alcune dichiarazioni sconvolgenti di Vladimir Putin in cui annunciava un’operazione speciale in Ucraina e affermava che nel 2014 alcune forze “anti russe” avevano compiuto un colpo di Stato in Ucraina prendendo il potere. Si rivolgeva ai cittadini della Russia chiamando l’uccidente l’impero delle bugie definendo gli ucraini come dei nazisti drogati. Parole a cui stentavo a credere, indegne del suo ruolo e dell’istituzione che rappresenta. Ma non era uno scherzo, l’avremmo capito molto bene poche ore più tardi. Oggi sono trascorsi 600 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, ed è proprio per quello che è successo che ho compreso quanto grande, quanto splendida sia la figura di Anna Politkovskaja. Ecco com’ è nata quest’opera.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
In Italia si sono sempre evidenziate delle forze politiche che hanno subìto il fascino di Putin, della sua democratura, che ormai è diventata una dittatura, cosa ormai evidente a tutti, anche se c’è ancora chi si ostina a negarlo per ignoranza o per fanatismo o semplicemente perché pensa che la dittatura sia migliore di qualunque altra forma di governo. Questa caparbietà nel perseguire le forze oscure , la logica della forza bruta E della prevaricazione che osservo in tante persone, e nelle loro dichiarazioni, nei loro atteggiamenti, in persone che non si rendono conto di quanto sia preziosa la libertà di parola che esiste in Italia espressa e sancita nella Costituzione , ebbene si può dire che questo sia il contesto sociale che mi spinge a riflettere sui comportamenti votati all’autodistruzione che gli esseri umani mettono in atto continuamente, a partire dai Novax , strettamente legati peraltro alle idee di Putin.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Come ho spiegato poc’anzi, scrivere è un modo per mettere a fuoco la realtà non per evadere. La capacità di fermare il momento, osservarlo, ragionare su ciò che era prima e ciò che sarà dopo. Cercare il legame tra causa e effetto è ciò che rende interessante il lavoro dello storico e dello scrittore.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il fatto che Politkovskaja sia una donna e che molte persone collaboratrici della sua redazione siano anche esse donne che hanno rischiato in prima persona, che hanno pagato un prezzo altissimo per il loro coraggio per il loro impegno per le loro parole di dissenso, le loro proteste, mi riempie di orgoglio di ammirazione e di voglia di esserci e di dare un minimo contributo , un minimo riconoscimento come scrittrice ma anche come donna verso ciò che hanno compiuto.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
In questo lavoro ho avuto l’incoraggiamento e la collaborazione di mio marito Massimo e lo sguardo attento e intelligente di Marisa Marinelli , che ha curato l’introduzione del testo, una persona splendida che ha sempre dato a continua a dare tutto ciò che è nel suo potere per sbloccare situazioni che possano aiutare tante persone svantaggiate in cerca di un impiego a trovare la loro strada , a formarsi e realizzarsi nel lavoro e nella vita. Proprio grazie a questa grande sensibilità e lungimiranza Marisa Marinelli ha compreso e apprezzato il soggetto del copione e ne ha sottolineato il valore storico e etico.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L’ho fatto leggere in primo luogo a Massimo, mio marito.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo che l’e-book sia l’unico destino dell’editoria italiana, ma anche dell’editoria in generale. Sento che la fisicità che è presente nell’essere umano necessiti di “partecipare “a una dimensione fisica anche dello scritto. Mi spiego meglio: se fossimo incorporei o se fossimo degli algoritmi non avremmo bisogno della fisicità, il fatto di avere un corpo e una dimensione sensoriale, chi più chi meno, ci porta giocoforza a creare un supporto tangibile su cui distribuire le parole.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente adoro l’audiolibro: uno dei momenti più belli della giornata è proprio addormentarmi mentre qualcuno mi racconta una storia, mi legge un libro, sì precisamente come quando si legge ai bambini una favola prima di andare a dormire.