Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Mi chiamo Irma Kurti, sono una poetessa, scrittrice, paroliera, giornalista e traduttrice italo - albanese.
Sono nata a Tirana e dal 2006 vivo a Bergamo. Non sono stata io a decidere di diventare scrittrice; la passione per la scrittura è nata insieme a me. Avevo dieci anni quando i miei mi hanno iscritto al circolo letterario nella Casa dei Pionieri della mia città natale in Elbasan. In un’aula fredda, in semioscurità è cresciuta la mia passione di scrivere. È lì che ho condiviso con altri alunni i primi versi, è lì che si è creato quel stretto legame tra me e la scrittura che non si sarebbe mai spezzato nel corso degli anni.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivere è una parte integrante della mia vita ed è diventato un mestiere. Dunque, io scrivo, correggo, elaboro le poesie o mi occupo della traduzione delle mie opere e degli altri autori internazionali ogni giorno per un minimo di sei ore.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Germain Droogenbroodt, il grande poeta internazionale tradotto e pubblicato in trenta paesi del mondo. Ho avuto la possibilità di tradurre e pubblicare alcuni dei suoi libri in lingua albanese e presto sarà pubblicato un altro suo libro in lingua italiana, tradotto da me. Mi piacciono e ammiro anche tante autrici come Danielle Steel, Sophie Kinsella, Carole Matthews, Sophie Hannah e Charlotte Link non solo per le loro opere ma anche perché mi fanno sognare e mi ispirano nel mio percorso letterario.
Perché è nata la sua opera?
Ho scritto la raccolta di poesie "Sei la mia lacrima" in un momento particolare della mia vita, in un momento di grande sofferenza a causa della situazione di salute nella quale si trovava mio papà. Ho percepito che il suo percorso stava giungendo alla fine, che erano gli ultimi mesi che condividevamo insieme e, nonostante la consapevolezza che un giorno dovremo dire addio ai nostri genitori, al loro amore che ci fa sentire sempre bambini e protetti, non riuscivo a vivere ciò come una cosa normale dell’esistenza di un essere umano.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tanto. Sono cresciuta in una città con una mentalità chiusa e maschilista, in un sistema dittatoriale nel quale era proibito esprimere quello che pensavi o sentivi veramente. L’aria della mia città era inquinata dalle scorie dell’impianto metallurgico ma di più dai pettegolezzi. Sempre, mentre scrivo percorro con la mente le strade dove passeggiavo con i miei, sfioro i momenti belli che ho vissuto con loro, (istanti che chissà perché adesso sembrano magici), ma anche i disagi e la mancanza della libertà del pensiero, la ricerca perpetua per far sentire la mia voce e a emergere in un tale contesto. Quindi, la scrittura è sempre stata la mia forza, la mia sopravvivenza.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Tutti e due. In una realtà che spesso ti regala delusioni, sofferenze e grandi dolori per la scomparsa delle persone più care, scrivere è un modo per dimenticare e per trovare un equilibro tra me stessa e il mondo. Voglio citare un frammento della poesia di Kahlil Gibran che mi piace molto e in cui mi ci ritrovo: “La poesia è il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire.” Nello stesso tempo la scrittura racconta la realtà con tutti i colori e le sfumature nel modo che ognuno di noi la percepisce.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto! Le poesie e i romanzi rispecchiano le mie emozioni e le sensazioni più profonde, i momenti tristi e di solitudine, gli istanti bui nei quali si cerca la luce fioca di un faro. L’esperienza di ognuno di noi è unica e irrepetibile.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Le persone che sono sempre state fonte d’ispirazione e senza le quali non sarei mai arrivata qui sono i miei genitori Hasan Kurti e Sherife Mezini Kurti. Mio padre bussava alle porte delle redazioni dei giornali e delle riviste per i bambini con le mie poesie in mano. Era lui che appoggiava ogni mio passo del percorso letterario. Era lui che mi suggeriva idee e tematiche ed è stato così fino all’ultimo momento della sua esistenza. La mamma è stata la mia migliore amica che mi ha aiutato a vivere con più leggerezza la realtà soffocante nel mio paese. Tutti i miei libri, anche quelli tradotti e pubblicati in diverse lingue e vari paesi del mondo sono stati dedicati a loro. Anche oggi che non ci sono più, loro occupano uno spazio importante del mio cuore e della mia anima.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio marito, il fotografo Biagio Fortini con il quale collaboro per tutte le copertine dei miei libri compresi quelli pubblicati all’estero.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Può darsi, in un futuro remoto... Ma io rimarrò sempre affezionata al libro cartaceo. Dopo tante ore davanti al computer, ammiro le sere in cui mi siedo sul divano e sfoglio un libro, sento il fruscio delle sue pagine, cercando di entrare negli episodi di altre vite e realtà irraggiungibili.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi sembra interessante; lo considero un altro modo e un nuovo sentiero per far avvicinare le persone al mondo dei libri.