Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Io vengo da Rimini, città che amo alla follia. Ho sempre avuto una grande passione per la letteratura italiana e straniera motivo per cui mi sono iscritta all'università di Lettere Moderne a Bologna.
Scrivo da sempre, ho cominciato con un piccolo taccuino in cui ricopiavo le frasi tratte dai miei romanzi preferiti e poi piano piano queste sono diventate lo spunto delle mie riflessioni.
A quindici anni ho scritto un libro in cui parlavo di me e delle mie avventure poi ho deciso di cambiare genere e dedicarmi a quella che io definisco poesia in prosa.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è mai un momento.
Nei momenti meno sospetti mi viene l'ispirazione e così me l'appunto su un foglio, poi con calma e in piena solitudine rielaboro il concetto.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Enrico Brizzi senza ombra di dubbio!
Perché è nata la sua opera?
Perché penso troppo! Ho costantemente bisogno di rielaborare ciò che vivo, penso, quello che mi viene detto, è tutto quello che mi circonda.
Per me scrivere è come fossilizzare un pensiero, un'idea, un'esigenza, un ricordo, uno scheletro nell'armadio. Ecco come è nata la mia opera, da una profonda analisi di me stessa, dei miei miliardi di difetti.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi il giusto. Mia mamma ha sempre fatto le pulizie, mio babbo il postino ma a casa mia i libri non sono mai mancati.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per capire, per guardare la realtà nelle sue sfumature.
La scrittura è un auto analisi, un modo per comprendere le persone, i sentimenti, le emozioni e il mondo in generale dal proprio punto di vista.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Abbastanza ma non troppo e qui mi fermo!
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente mia figlia che mi ha permesso di vedere tante piccole cose a me sconosciute.
La mia migliore amica che mi ha sostenuto fino alla fine, credendo in me anche nei miei momenti di sconforto.
Mio marito nel suo essere strambo e sempre un po' fuori luogo è riuscito a sostenermi in questa bellissima impresa.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno. Nemmeno a mio marito o alla mia migliore amica.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Potrebbe ma l'odore della carta, gli appunti a fianco a ogni riga, le sottolineature delle frasi più belle con il primo colore che si trova, la piega sulla pagina che ci ricorda dove siamo arrivati, beh tutto questo non ha prezzo.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Può essere molto utile e un nuovo modo per trasmettere la passione della lettura anche a chi non ha la possibilità.