Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata a Capua (CE), per poi essere crescita in un piccolo paesino di provincia chiamato "Cancello ed Arnone".
Gli anni vissuti in questo paese mi hanno fatto capire quanto sia importante evadere e dar spazio ai nostri pensieri, per raggiungere luoghi che possono darci modo di essere noi stessi. Forse per ben 18 anni ho nascosto al mondo, e a me stessa, tante piccole sfumature della mia persona che pian piano stanno cercando di trovare la propria pace altrove.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Negli anni ho letto davvero tanti libri, così tanti che potrebbe sembrare inverosimile data la mia giovane età. Dall'inizio della mia adolescenza ad oggi ho cambiato totalmente tipologia di letture, ma è pur sempre vero che non esiste un genere capace di non farmi entusiasmare ad ogni singola pagina. Ad oggi se dovessi consigliare un singolo libro ad un adolescente, magari anche con un particolare interesse per la letteratura (in questo caso Shakespeare), consiglierei a voce aperta "If We Were Villains" di M.L.Rio. Credo sia un ottimo approccio alla lettura, ed è un libro che a parer mio merita un trionfo maggiore rispetto a quello attuale. È un romanzo capace di coinvolgere anche chi non predilige particolarmente la lettura ma cerca comunque un modo per immergersi in essa.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
A parer mio l'eBook è una scoperta avvincente che permette al lettore di approcciarsi alla lettura in qualunque momento, indipendentemente dal luogo o dagli impegni. Tale progressività però ha anche un lato negativo che è impossibile non evidenziare: la perdita di avvicinamento ad un libro cartaceo e dall'emozione del contatto con esso. Per quanto l'evolversi delle metodologie di lettura sia un qualcosa di progressivo e all'avanguardia, credo che per ogni lettore sia importante anche un approccio diretto con l'opera che decide di "vivere". L'emozione dell'entrate in una libreria/biblioteca, il tempo passato a leggere i vari libri negli scaffali e i consigli tra lettori, sono a parer mio quei piccoli attimi che non possono diventare un semplice ricordo di minima importanza.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un colpo di fulmine che raggiunge lo scrittore nel momento giusto e lo rende immortale, poiché non è soltanto un amore eterno ma rende eterno anche chi lo prova e lo coltiva quotidianamente con tutte le sue forze.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ho sempre sentito il bisogno di lasciar fuoriuscire ogni mio pensiero, ogni mio sogno ed ogni mia emozione. Scrivere per me è sempre stata una necessità e mai un semplice desiderio di fama o vanto. Ciò che mi ha spinta a scrivere questo libro è stata la mia irrefrenabile voglia di dare modo alle persone che mi circondano (e non) di conoscere quella ragazzina che forse non è mai stata compresa per davvero. La scrittura di questo libro però mi ha dato modo in prima persona di conoscermi e di fare i conti con tante emozioni represse che soltanto con la scrittura ho potuto scacciare via senza crollare mai. Credo che questo libro mi abbia aiutato a volermi bene e a capire quanto io sia fragile e spesso nemmeno me ne rendo conto.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio di questo libro è quello di non smettere mai di voler conoscere sé stessi, perché il momento in cui siamo convinti di sapere tutto di noi, è lì che capiamo di essere sconosciuti anche alla nostra anima. E soprattutto di utilizzare i propri punti deboli come occasioni per alimentare il nostro amor proprio e rendere arte anche ciò che può sembrare semplice sofferenza. Tutto ciò che ci distrugge può essere il motivo per il quale un giorno saremo felici. Nel mio caso, ad esempio, ho trovato forza in quelle giornate vuote passate in camera in attesa di un cambiamento che non arrivava mai, e ho reso quei pianti una vera e propria storia, un libro capace di rendere significativo anche ciò che sembrava pura voglia di smettere di lottare.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Sin da piccola ho sempre sognato di diventare scrittrice e giornalista. Ammetto che è sempre stato un sogno sottovalutato e mai preso sul serio, forse perché la mia tenera età non mi permetteva di dimostrare quanto io ci credessi davvero nella realizzazione di questo sogno. Ricordo che da piccola scrivevo poesie ai miei genitori o ai miei nonni; inconsapevole che da grande nulla sarebbe cambiato. Crescendo però ho avuto modo di approcciarmi concretamente con questo mondo e di raccogliere tutte quelle informazioni che in tenera età non mi era possibile conoscere e comprendere. Ma nonostante gli anni di studio e volontà, la mia idea di rendere la scrittura il mio presente e futuro non è mai cambiata.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La scrittura di questo libro è seguita da tanti episodi che ricordo ancora tutt'oggi con un sorriso nel cuore e tanta allegria. Il primo che vorrei citare è stato un episodio risalente a qualche mese fa, quindi alla scrittura dell'ultima parte del libro e alla revisione di quest'ultimo. Ero nel pieno della scrittura, passavo i giorni con il mio caro quaderno e le mie penne, in attesa di idee che potessero proclamare la fine del mio libro tanto amato. Quei giorni ricevevo continue richieste dai miei nonni e genitori di leggere almeno una singola parola del libro, poiché sommersi nella curiosità, senza ricevere però risposte da me medesima. E questo episodio mi ha resa molto felice perché ciò vuol dire che la mia storia e i miei scritti vengono apprezzati e amati, tanto da non riuscire a contenere la curiosità. Per quanto ciò possa sembrare banale, sapere che la mia famiglia sostiene il mio sogno è una fortuna che non potrà mai avere prezzo.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Prima di decidere di pubblicare questo libro, ho passato notti intere a chiedermi cosa fare, poiché aprire la propria anima al mondo non è mai facile e richiede audacia. Avevo paura di mostrare me stessa, e tale paura a volte ha preso il sopravvento. Ma non ho mai ipotizzato di non portare a termine l'opera. Sapevo che farlo sarebbe stata una grande rinuncia ad un sogno che avevo la possibilità di poter coronare dopo anni di speranza.
Il suo autore del passato preferito?
Il mio autore preferito del passato (uno dei tanti che leggo costantemente con piacere) è Albert Camus. È stato il mio primo approccio ad una lettura più complessa e stimolante. Uno degli autori che mi ha insegnato tanto e che mi ha fatto comprendere ulteriormente quanto la letteratura e la scrittura siano la scelta giusta per la mia vita. È un autore complesso ma che rende la visione del mondo affascinante.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro a parer mio è una frontiera innovativa capace di teletrasportare il lettore in una dimensione opposta. Udire la narrazione di un'opera, magari anche durante una passeggiata al mare o la creazione di un dipinto, dà la possibilità di ammirare il libro da un punto di vista diverso rispetto ad una lettura in prima persona.