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BookSprint Edizioni Blog

19 Set
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Intervista all'autore - Silvano Messina -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è dare libero sfogo al proprio modo di pensare, al modo di vedere la realtà e, non senza velleità o speranza, al tentativo di riequilibrare i tanti gap che opprimono la società contemporanea.
A rileggere un libro compiuto provo la sottile soddisfazione di avere fatto una buona azione
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
I personaggi di questo libro spendono con tanta energia la loro vita per raggiungere il potere. Alla fine soccombono sotto il divenire degli eventi. È il destino della storia dell'uomo. Non per niente il libro si chiude con la frase "Sic transit gloria mundi"
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Rifugiarmi nel passato. I fatti descritti coprono un arco temporale di 100 anni - l'800 del mio paese di origine, Racalmuto, conosciuto ormai in letteratura col nome di Regalpetra. Ho avuto il piacere di calarmi nel dinamismo storico del latifondo siciliano e di descrivere il passaggio di potere dalla nobiltà alla borghesia e da questa alla mafia. Come in altri miei romanzi del passato, ho cercato di ridare anima a personaggi che ancora sono sulla bocca dei miei compaesani
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Una volta acquisite le vicende di quel periodo del mio paese, attraverso notizie storiche, anche documentali, attinte da più parti (testo guida "Racalmuto nella storia della Sicilia" di Eugenio Napoleone Messana), il titolo mi è sembrato una diretta conseguenza
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Il fu Mattia Pascal" di Pirandello. Il tema delle maschere è a me caro. Lo ripropongo nei miei libri in termini di continui cambiamenti di identità per descrivere l'attuale precariato. Pirandello è stato un pioniere di un fenomeno che oggi caratterizza l'uomo della post-modernità
 
Ebook o cartaceo?
Forse perché faccio parte di un'altra generazione, ma ho sempre avuto difficoltà a concentrarmi nella lettura davanti a uno schermo di qualsiasi natura. Quando vedo qualcuno che in treno o in aereo legge un libro nel tablet, mi chiedo come riuscirà a collegare in una successiva lettura ciò che ha letto nella precedente. Per me la lettura significa estraniarmi dal mondo circostante, identificarmi col personaggio che sta compiendo un'azione, con l'autore che sta cercando, tramite un dialogo, di veicolare un messaggio. Per fare tutto questo occorre la massima concentrazione
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando ho deciso di mettere per iscritto le vicende e i personaggi della mia famiglia per evitare che se ne perdessero le tracce. Dato che facevano parte della Cultura tradizionale, da quel momento ho voluto approfondirne i temi che, insieme ai protagonisti della mia famiglia, tendevano a scomparire. In seguito i valori perduti della Cultura Tradizionale sono diventati termini di paragone positivi nel descrivere il caos sociale della nostra società liquida.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'ottocento io lo definisco il "Rinascimento" del mio paese. Credo di tutta la Sicilia, nonostante poi i risvolti negativi. Come ho riferito in precedenza i protagonisti di quell'epoca sono ancora motivo di conversazione. Ne sono testimonianza le opere architettoniche e urbanistiche che ci hanno lasciato in eredità e i loro sontuosi palazzi. Purtroppo, tra le dicerie, come avveniva in tutta la Sicilia occidentale in particolare, circolano anche i contrasti - in alcuni casi vere e proprie faide - tra quei personaggi illustri. Nella strada dove abitavo da bambino campeggia il palazzo del barone Tulumello, la cui famiglia ha attraversato tutto il secolo lungo sempre in prima fila, nemica giurata della famiglia Matrona, della quale il più illustre è stato Gaspare Matrona, il vero artefice di quel citato Rinascimento. Il tentativo di approfondire la storia di questi uomini insigni o di un monumento si è convertito nella decisione di scrivere il libro
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Premetto che la narrazione storica del libro ha solo un fondo di verità. Le vicende e i rapporti dei vari personaggi sono coloriti dalla mia fantasia. Insomma non ho la velleità di avere scritto, come può succedere per ogni romanzo, una vera e propria opera storica. Lascio a chi di competenza la ricerca della verità storica, che per me non è mai assoluta. A me basta la soddisfazione di avere riportato alla luce avvenimenti che il tempo, prima sbiadisce e poi cancella e di avere messo in risalto l'etnologia del tempo. Spero di essere riuscito nell'impegno di rendere un servigio, prima di tutto, alla comunità racalmutese e poi alla società
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il dottore Salvatore Picone, giornalista e scrittore, molto sensibile al passato del nostro paese. È stato lui che mi ha spinto a stampare questo libro. Quasi contemporaneamente sono stato sollecitato dal dott. Enzo Sardo, già sindaco di Racalmuto, anche lui, scrittore, ossessionato dalla Cultura
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Per quanto espresso a proposito dell'Ebook, parere completamente negativo. Un libro si legge. Si ascoltano solo le favole; ma ciò avviene in un'epoca remota dell'esistenza di un uomo

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