Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Fin da piccolo mi sono abituato ad appuntare ciò che mi sembrava coinvolgente. Le note, per lo più scritte sul primo foglio disponibile, riguardavano episodi, personaggi e impressioni ricevute durante una vita intensa.
Questa abitudine si è concretizzata in una copiosa raccolta di appunti cui continuo ad attingere per scrivere racconti, poesie, canzoni e romanzi il tutto per hobby e con lo stesso piacere di un ragazzo cui piace sognare.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La mia vita è stata influenzata dalla mancanza di mio padre morto in Russia, durante la guerra pochi giorni dopo la mia nascita in patria. Ho sempre cercato di comprendere che persona fosse, quale vuoto aveva lasciato e perché lo Stato avesse preteso la sua vita e deciso di potermi compensare con una"croce", parole d'occasione ed avari riconoscimenti.
Le domande di un orfano sono tante.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il desiderio di conoscere la figura di mio padre mi ha portato ad indagare su tutti gli aspetti della sua vita servendomi anche del ricco archivio di famiglia che comprende documenti, fotografie, testimonianze, lettere, cartoline ed appunti autografi. Mi è stato così possibile accendere i riflettori oltre che sulla sua figura negli ultimi quattro anni di vita, anche sui personaggi e gli eventi che lo hanno accompagnato
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Devo chiarire che per approfondire la conoscenza di mio padre Guido Razzini, nato nel 1916 e morto in guerra il 10.02.1943 a soli 27 anni ho dovuto prendere le mosse dai suoi nonni che ne avevano curato l'infanzia e la prima giovinezza. È stato quindi necessario separare due periodi:
Il primo dal 1858 al 1935, che riflette anche le origini della famiglia, è riportato nel mio precedente libro edito dallo stesso editore.
Il secondo che accende i riflettori sulla maturità di mio padre e gli eventi che lo accompagnarono dal 1936 al 1943.
La scelta del titolo sia per il primo che per questo secondo libro è stata piuttosto sofferta.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In una situazione così drammatica come quella prospettata credo che avrei avuto bisogno di fede coraggio e forza d'animo.
Sono convinto che l'unico libro utile in tali circostanze sia la Bibbia perché nelle sue pagine sono riportate tutte le possibili situazioni in cui popoli, nazioni, famiglie singoli uomini e donne possono venire a trovarsi come pure emergono tutti i sentimenti, le passioni, i desideri, le ambizioni, le delusioni, i vizi e le virtù che la vita presenta e tutto questo viene presentato sempre senza perdere la speranza.
Ebook o cartaceo?
L'oggetto "libro", per i miei coetanei, richiama sensazioni antiche: l’occasione, un complemento di arredo, il tatto sulla pagina, il profumo della carta stampata, il colloquio con il libraio. L'E-book appare più freddo, ma è più economico, più trasportabile, più capace di colmare i momenti di tempo libero, far trovare un conforto immediato, di condividere subito le emozioni provate durante la lettura anche a distanza.
Non vi è dubbio che la duttilità dell'E-book è destinata a vincere soprattutto se si pensa alla possibilità di realizzare la traduzione automatica dei testi.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Al termine di una soddisfacente vita professionale, durante il brindisi di saluto una collaboratrice mi chiese commossa: "Ed ora cosa farà,dottore,a che si dedicherà?"- Le sorrisi senza risponderle, ma in quel momento decisi di rivisitare i raccoglitori in cui da anni andavo conservando gli appunti sulle emozioni provate nel corso della vita con tutte le canzoni, le poesie, gli aneddoti. È stato così che, spinto dalla convinzione che quei fogli avrebbero potuto sollecitare interesse o incoraggiamento ad altri, magari ai nipoti, nell'affrontare la vita, ho deciso di pubblicare i miei scritti senza tuttavia pensare questa mia nuova attività come fosse una "carriera".
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è stata quella di esplorare l'emotività, i sogni le speranze dei miei genitori ed anche il loro modo di concepire e vivere l’amore ed il matrimonio perché non mi era stato dato di percepire la vita della coppia che mi aveva generato. La morte del marito aveva portato mia madre a divenire "capo di casa", ad imporsi nel lavoro e nella società perché nulla mi mancasse. Ciò la ha costretta a delegare molte funzioni di vigilanza e custodia della mia persona, a concordare con i miei nonni l'indirizzo educativo e controllare il risultato della delega.
Per quel che riguarda l'aneddoto posso riferire di essermi commosso fino alle lacrime scoprendo che poco prima della partenza del treno per il fronte mio padre aveva spedito alla moglie già incinta di me una cartolina raffigurante il viso di un bimbo scrivendole: "Hei! Hai dimenticato nostro figlio a Novara !? " . Quel volto assomigliava sorprendentemente alla mia fotografia all'età di tre anni.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La conclusione di questo libro mi ha visto accarezzare le pagine come ad un bimbo.
Mi ha colto un senso di sollievo. Non c'erano più la fatica e l'ansia della ricerca, l'emotività profonda suscitata dal personale coinvolgimento nelle vicende, i dubbi, il desiderio di terminare il lavoro contrastato dal timore di non riuscire a terminare il progetto.
Con una parafrasi potrei dire che erano terminate la gestazione ed il travaglio e che quella cosa chiamata "libro" in cui si erano riversate emozioni, costruiti personaggi, ora aveva una sua vita, era diventato un “essere" diverso: quasi un figlio che seguirà la sua strada indipendentemente da ogni aspirazione dell'autore.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho l'abitudine di confrontarmi con mia moglie per tutti i miei scritti e di chiedere ai miei figliuoli una collaborazione per utilizzare al meglio le tecniche informatiche. Ma, al di là del mio approfittare della grande esperienza di insegnante di lettere di Vera e di quella più moderna di Paolo, Guido e Massimo nei diversi campi di attività, devo riconoscere il grande conforto della loro vicinanza per farmi superare l'emotività trasmessami dalla lettura di documenti che tanto mi coinvolgevano
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il successo commerciale dell'audiolibro dipende alla capacità imprenditoriale degli editori di individuare in maniera economicamente sostenibile i possibili fruitori.
Allo stato il libro stampato e l'ebook contengono la produzione artistica dello scrittore/autore la quale si trasmette senza intermediari al lettore.
L'audio - libro, invece contiene un prodotto che passa attraverso l'interpretazione del "narratore" prima di raggiungere la sensibilità ed il gusto dell'uditore che , in realtà, non chiede una interpretazione teatrale, ma la conoscenza obiettiva del testo. Potrebbero, attraverso meccanismi di intelligenza artificiale prodursi interpretazioni controllate e diversificate dei testi, ma, rispetterebbero le aspettative dei clienti lettori?