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19 Ago
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Intervista all'autore - Guido Leoni -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Parlare di me? C'è ben poco da dire che non abbia già detto.
Potrei dire che inizio la scuola quando iniziò la guerra, di certo non ero un alunno esemplare, giunsi in sesta a calci nel sedere, e nemmeno quella terminai considerando che fra incidenti e gli allarmi aerei le lezioni non erano un granché. Da dove vengo? A detta di mia nonna io sono arrivato col treno che faceva Rovereto Riva che avevo pochi mesi, e fu uno dei suoi ultimi viaggi, perché lo smontarono. Quando decisi di diventare scrittore? Non credo di averci mai pensato, le prime cose che scribacchiai era per ricordarmi dei racconti di mia nonna e le strampalate disavventure di mio nonno, avrò avuto tredici anni o poco più, ero in un letto d'ospedale; allora mi piaceva di più disegnare e sognare.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento più propizio per scrivere? Non ci ho mai fatto caso, quando mi capitava, di giorno di sera quando tutti erano a letto, così non mi sentivo dire che scrivevo come un gatto.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sinceramente son anni che non leggo romanzi o altri scritti, ormai gli scrittori son solo le persone che in un modo o in un altro si son fatte notare per lo sport o dei fatti particolari o attori, perciò deduco che ci sarà del buono o solo il nome. L'importante che il suo nome abbia avuto un buon riscontro pubblicitario.
 
Perché è nata la sua opera?
Perché essa era dentro di me, ma non potrei mai asserire che fosse un’opera o solo un vago ricordo che emerge dal passato
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo che l'inizio fossero i romanzi che mia nonna andava a prendere nella biblioteca delle suore, lei amava in particolare i racconti del Cronin.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere... a volte, almeno ora è uno sfogo per non rimaner inattivo, dato che non posso più dipingere o fare delle belle camminate, ma pure per voler ricordare.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non lo so, ma certamente in molti scritti c'è sempre qualcosa di nostro, a volte sol un ricordo o un pensiero, ma io personalmente pur avendo inserito dei casi molto vicini a me, non mi riesce di pensarli come fatti miei.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Suppongo i racconti dei miei nonni o quelli che udivo dagli anziani delle valli, dove era nata mia nonna materna, con i racconti di quelle valli si potrebbe scrivere una somma di pagine incredibile, da parte mia ne ho scritti alcuni, ma son in dialetto.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie, ma erano appunto solo brevi racconti, in italiano, fantasie e realtà.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
è solo il presente che annuncia il futuro, un giorno lo scrittore, il vero scrittore sarà solo un ricordo, e chi ancora si cimenterà, lo farà solo per il gusto di farlo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono convito che è solo uno dei molti traguardi della tecnologia, molto utili e necessari, ma pure distruttivi, come già si può notare con i telefonini.

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