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08 Ago
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Intervista all'autore - Graziano Cereda -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è qualcosa che nasce dentro noi, dal nostro sé, dalla nostra coscienza, ed è il bisogno e la passione di raccontare e sprigionare le nostre emozioni, i nostri sentimenti o quello in cui crediamo.
Quando scrivo, la mia mente si libera dallo stress, dall’ansia, e da tutti i numerosi pensieri che quotidianamente mi accompagnano
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel testo ci sono molte analogie che rispecchiano e riprendono la mia vita quotidiana; a partire dal carattere del protagonista, dove mi rivedo in molte cose.
I luoghi trattati sono Paesi che ho in gran parte visitato e che mi hanno lasciato un meraviglioso e indelebile ricordo, mentre altri luoghi sono in prossimità di visitare. Anche lo spinoso argomento trattato, che riguarda il mutamento delle varie religioni compreso il Vaticano è qualcosa in cui credo, e che prima o poi verrà rivelato.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere un’opera è senza dubbio molto gratificante e aumenta la propria autostima, ma nel mio caso è stato soprattutto un modo per rilassarmi e dedicarmi a qualcosa che mi faceva stare bene, svincolandomi da un periodo non proprio roseo.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata abbastanza semplice, perché è stato da subito il nucleo e la figura di spicco del testo di cui volevo parlare.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’ipotetica isola deserta, porterei con me i libri di Nicholas Sparks, e Glenn Cooper perché hanno la capacità trasmette al lettore forti emozioni, facendoti restare incollato al testo dall’inizio alla fine, accompagnandoti ad un finale mai scontato.
 
Ebook o cartaceo?
Senza dubbio il cartaceo. È fantastica la sensazione che si prova quando si varca le porte di una libreria o biblioteca. Amo le pareti e gli scaffali colmi di libri, dove ogni testo è come una persona che ha qualcosa da raccontare.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Diventare scrittore, è sempre stato un mio sogno, un’ambizione, che solo il poco tempo libero a disposizione mi ha impedito di realizzare questo desiderio; poi durante il lockdown ho finalmente trovato il tempo che cercavo, e scrivere, è stato oltretutto la cura per uscire da un periodo di stress e ansia.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questo libro nasce dalla mia passione per le usanze religiose e dai diversi luoghi che ho visitato durante alcuni viaggi, in cui sono stato colpito e incuriosito. Tra questi luoghi, uno è senza dubbio Malta e i suoi cavalieri, la Grecia con le sue splendide e caratteristi piccole chiese bianche con la cupola blu, e Roma, in particolare il Vaticano con i suoi splendidi Musei. La sensazione mistica e straordinaria che si prova varcando la Cappella Sistina, è indescrivibile e indimenticabile, e insieme, mi hanno dato l’idea e l’aspirazione di questo romanzo, creando tra di loro un misterioso e celato collegamento.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro, le proprie idee, diventare un libro è una sensazione straordinaria, soddisfacente e che ti rende orgoglioso, ma quello che mi rende realmente felice è sapere che alla gente piace e crede in quello che scrivo.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata mia moglie, ed è la persona che mi è stata vicina durante questo percorso e che mi ha sempre incoraggiato e motivato.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che ognuno sia libero di scegliere il miglior metodo di letture che preferisce; da parte mia ho notato una minor concentrazione e comprensione durante l’ascolto di un audiolibro rispetto alla tradizionale lettura.

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