Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in un paesino, frazione del comune di Montoro Inferiore, ora Montoro, provincia di Avellino.
Per la verità non ho mai deciso di diventare scrittore perché non credo di esserlo e, purtroppo, non ho l'età per poterlo diventare. Sono un caso molto atipico poiché fin da ragazzo mi è sempre piaciuto scrivere in versi e le prime poesie sono state pubblicate sul giornalino dei seminaristi di Salerno nei primi anni '60. Ho continuato a scrivere negli anni successivi ma solo sonetti satirici sui comportamenti assurdi di alcuni miei compagni di classe e di qualche docente. Quando le mie bimbe hanno cominciato a capire le favole che le raccontavo, ho deciso di scrivere questa collana che avrebbe dovuto comprendere molte altre fiabe, ma poi le figlie sono cresciute ed io me ne sono, ancora una volta, dimenticato.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sicuramente la sera tardi!
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho autori contemporanei preferiti, perché da molti anni soffro di una maculopatia all'occhio destro, per cui faccio fatica a leggere.
Perché è nata la sua opera?
È diventata un'opera per caso e grazie all0 staff d BookSprint che mi ha fatto capire che quelle poesie che avevo inviato, in ordine sparso, potevano essere trasformate in una vera e propria raccolta.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tantissimo perché io ho avuto la fortuna di vivere, fino a circa trent'anni in una piccolissima comunità del sud Italia e poi in una città come Milano, in cui però non ho assolutamente appreso passivamente, ma ho insegnato molto attivamente.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sicuramente, per tutti, scrivere vuol dire evadere dalla propria realtà, ma io non ne ho avuto molto bisogno vista la discontinuità dei miei rapporti con la scrittura.
In altre poesie, che però non fanno parte di questa raccolta, ho cercato di raccontarla, ma sempre in modo ironico.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Ho in sospeso una mia autobiografia, questa volta in prosa, da oltre vent'anni. Se riuscirò a completarla saprete finalmente e di prima mano quanto ci sarà di me in quello che avrò scritto.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente i miei nipotini.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Le mie figlie.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Certamente! Però, attenzione! Il cartaceo sarà sempre più pregiato e il valore delle opere cartacee determinerà sempre di più la "memoria" di una nazione.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro non è assolutamente la concorrenza al libro cartaceo. È sicuramente il sostitutivo della mamma o del papà che ci leggono le fiabe che però sono state scritte sulla carta. Naturalmente poi si cresce.
Aiuterà sicuramente tutti coloro, che, come me, fanno fatica a leggere.