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12 Giu
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Intervista all'autore - Angelo Nicotra -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato ad Acireale, in provincia di Catania, dove sono cresciuto e vissuto fino al 1975.
Lì ho trascorso la mia fanciullezza e l'adolescenza vivendo la realtà sociale di allora fatta di studio, amicizie, associazionismo, e rapporti stretti con persone che hanno popolato il mio mondo e che ne hanno segnato in modo intenso i momenti più salienti. Di famiglia piccolo borghese - mio padre era un agronomo e mia madre un'insegnante - primogenito di quattro fratelli ho trascorso l'infanzia tra la frequenza del Collegio Pennisi e l'esperienza dello scoutismo. Ho vissuto i primi ardori della gioventù delle "feste in casa" e delle band che suonavano nei garages. La vita è trascorsa senza eccessivi sconvolgimenti corredata dalle prime esperienze sentimentali cresciute in un ambiente nel quale i contatti con l'altro sesso erano spesso mediati dalla timidezza e dai condizionamenti delle famiglie, ancora molto tradizionaliste. Nel 1975, trasferito a Latina, inizio una nuova esperienza lavorativa come insegnante in un Istituto Agrario e ritrovo le atmosfere che avevo già vissuto quando - fanciullo - seguivo mio padre nelle sue visite di lavoro presso le aziende agricole nelle quali espletava la professione. Credo che già da allora, nel profondo del mio animo si fosse formata una affezione per quel mondo nel quale penso di riconoscermi ed al quale mi riferisco ogni qual volta i pensieri mi riportano indietro nel tempo. Giunto a Latina, ho proseguito nel tragitto professionale ed ho continuato a frequentare il mondo agricolo verso il quale ho mantenuto l'affezione originaria.
Le prime esperienze di composizione risalgono all'età adolescenziale e si possono riferire a piccole produzioni di brevi componimenti poetici che non hanno avuto, alcun seguito. Però ho mantenuto da sempre una particolare inclinazione verso l'espressione diretta di sensazioni e sentimenti visto che, soprattutto durante il periodo della maturità ho prodotto articoli e brevi saggi legati ad una produzione giornalistica fatta di articoli e racconti pubblicati su testate locali o sociali. Accanto a queste produzioni ho iniziato a scrivere alcuni racconti che hanno sempre avuto come filo conduttore la mia terra, il mondo rurale e le emozioni personali che essi mi hanno suscitato e mi suscitano.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento preciso. Preferisco strappare il tempo alla routine quando sento il desiderio di trasformare in periodi i sentimenti e le emozioni che sto provando. Non c'è un tempo preciso, né una durata. Il vagare della mente è il tragitto che cerco di seguire senza limiti.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piace molto Clive Cussler e leggo volentieri anche John Grisham, Vespa, Camilleri, Manfredi, ma amo anche rileggere Manzoni, Martoglio, Verga.
 
Perché è nata la sua opera?
Non credo che ci sia stato un qualsiasi impulso preciso. Conservavo i manoscritti tra le mie carte avendo una sorta di timor panico nell'affrontare seriamente la prova della pubblicazione. Devo dire, però, che di essi avevo già fatto partecipi più di qualche amico e ne avevo registrato una sostanziale approvazione ed una spinta a pubblicare in qualche modo i frutti della mia esperienza. L'anno scorso, poi, dietro sollecitazione di un amico che ha avuto il piacere di leggere il manoscritto, abbiamo deciso di provare a stampare una prima edizione inserendo - quale opera prima - un piccolo romanzo ed alcuni racconti.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ritengo che soprattutto mio padre possa aver influito sulla mia formazione letteraria perché lui stesso possedeva uno spirito artistico che spaziava dalla pittura, alla scultura per arrivare fino alla produzione di poesie che saranno pubblicate postume grazie all'amicizia ed alla disponibilità di un suo amico che ne aveva apprezzato le doti. In ogni caso sono convinto che - se fosse stato vivo - avrebbe sostenute la mia scelta.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ambedue. Nei miei scritti è possibile ritrovare sprazzi di quella realtà che ho vissuto e nella quale sono vissuto, a fianco di manipolazioni fantastiche il cui scopo è solo quello di rendere più piacevole la narrazione e la partecipazione del lettore.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Moltissimo. I racconti sono infarciti di situazioni, ambienti e personaggi che ho conosciuto nel corso della mia vita - soprattutto siciliana - e che conservo gelosamente perché bagaglio dell'anima e tesoro prezioso da preservare. Alcuni personaggi sono realmente esistiti, altri sono di mera fantasia, tuttavia ho cercato, in tutti, di mettere a nudo quelle caratteristiche personali legate al territorio.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Potrei rispondere che l'opera è nata senza l'influenza specifica di nessuno; ma così non è. Nei momenti in cui mi sono ritrovato a scrivere, sentivo forte la presenza di mio padre ed a lui mi sento di dover rivolgere un sentimento di riconoscenza. Con il suo volermi portare con sé durante le visite ai giardini di agrumi o alle distese di bionde messi ondeggianti, mi ha insegnato l'amore ed il rispetto per la natura ma soprattutto per l'uomo e per il suo lavoro.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie, mano a mano che procedevo nella stesura dei racconti e poi del romanzo breve.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sono certo che l'esplosione del fenomeno informatico condizionerà ancora di più il rapporto tra uomo e mezzi di divulgazione. Il cartaceo resterà certamente per coloro a cui "piace sentire l'odore dell'inchiostro", ma per divulgare, per diffondere per raggiungere quanti più lettori è possibile, sarà indispensabile uniformare stili e formati all’informatizzazione.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Può essere senz'altro una forma aggiuntiva di diffusione. D'altro canto, già si è sperimentata questa forma di divulgazione con la lettura "agli ipo o non vedenti" emarginati in un certo per non poter accedere a tutte le pubblicazioni non tradotte nel linguaggio specifico Braille. L'audio libro, quindi, supera questo impasse ed apre nuovi orizzonti anche per chi alla lettura diretta preferisce la narrazione indiretta.

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