Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere ti immerge in uno spazio-temporale lontano dalla routine, da cui emergo tutte le volte, con la consapevolezza di aver lasciato una parte di me in ognuno dei personaggi che racconto.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Luoghi e tanti riferimenti sono parte della mia vita, scelta che ha reso intuitiva alcuni aspetti della narrazione. Londra e Parigi in particolar modo sono state tappa di viaggi in compagnia della mia famiglia, così come l'ambientazione del paese in cui sono cresciuto, San Giorgio Jonico in provincia di Taranto.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un viaggio, nel vero senso della parola che ha visto avvicendarsi i miei personaggi immaginari in periodi e luoghi diversi. Tanti
i momenti di difficoltà e sconforto nel corso di questo percorso che mi ha messo davanti nuove sfide, da cui spero, di esserne uscito vincitore.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo, così come la scelta della copertina del libro, è nato da sé, senza particolari difficoltà.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Da ragazzo, ho iniziato a leggere la trilogia del Signore degli Anelli, un viaggio fantastico tra posti e personaggi immaginari.
Viene d'obbligo avere al mio fianco Tolkien come compagno di avventura.
Ebook o cartaceo?
Il cartaceo è un'esperienza impareggiabile senza alcun ragionevole dubbio.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La "carriera" mi sembra un parolone ora come ora. Ho aspettato 42 anni per scrivere e questo solo dopo aver raggiunto un'esperienza di vita e un bagaglio di conoscenze che prima altrimenti non mi avrebbe permesso di scrivere. Chi si avvicina alla scrittura lo fa quasi sempre per passione, io ho avuto una esigenza viscerale.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è del tutto casuale e nasce dopo aver visto un video su i social che raccontava del caso del signor Zanfretta, uomo che denuncia di essere stato vittima un rapimento alieno sul finire degli anni Settanta. L'altro aspetto trainante è legato ad un programma televisivo di molti anni fa, Voyager, dove ricordavo di un bambino che raccontava memorie di una vita precedente.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Chiaramente c'è tanta soddisfazione per aver terminato un lavoro che sino a qualche tempo fa, credevo impossibile. Nella stesura e poi nella correzione del testo, mi accorgevo che avrei potuto continuare il mio racconto. Ecco perché sono a lavoro, ed ho iniziato già la stesura di quello che, nelle mie intenzioni, diventerà una trilogia.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie che ringrazio per i suggerimenti che mi hanno aiutato a curare i punti deboli del mio racconto.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Per radio avevo ascoltato un audiolibro e devo dire che, con enorme stupore, la narrazione era piacevole e accattivante.