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BookSprint Edizioni Blog

22 Mag
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Intervista all'autore - Francesco Fenzi -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere un libro e non solo rappresenta per me un modo fidato e sicuro per evadere dalla realtà, che spesso con le sue maniere poco carine fa riflettere sulle circostanze più pese della vita stessa.
Mi emoziono perché riesco a sorprendermi ogni volta che un qualcosa prende vita e la mia mano fa respirare storie che non si sarebbero mai verificate senza la mia fantasia.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Per fortuna in questo libro c'è veramente poco della mia vita reale, credo sia una fortuna. Di vero posso considerare la presa del diploma, un viaggio con i miei migliori amici e soprattutto tener di conto di chi ci circonda, quel senso di buonismo del fidarsi troppo, quando solo una maschera ci illude di tutto.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere un libro è un impegno costante che ti inchioda alla storia, la mia storia. Mi piace crescere con i personaggi, a tal punto che non decido più i loro destini, diventano indipendenti, io devo solo agitare le dita sulla tastiera. Mi rendo conto che dare vita ad un racconto tutto da inventare e portare il lettore dalla mia parte non è semplice, ovviamente ci provo rileggendo ciò che creo con occhi diversi, da sconosciuto, spesso mi aiuta a non essere me stesso.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Quando scelgo il titolo di un libro creo una lista di possibili titoli a distanza di tempo, poi alla fine la spunta una frase che si trova nel testo che racchiude il senso, l'essenza e la curiosità che voglio dare al lettore. Mi diverte dare dei titoli che in realtà non possiamo vedere, odorare, toccare o prendere, perché voglio rimanere vicino alla mia invenzione.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’isola deserta porterei solamente i miei libri, visto che sono la cosa più importante che ho letto. Così nel tempo e in assenza di notizie potrei capire e ripercorrere la mia vita al livello professionale. Se dovessi scegliere uno scrittore, preferirei una persona che si occupa di scrivere biografie, perché sarei curioso di sapere come hanno vissuto dietro a quello che ci fanno vedere alcune persone.
 
Ebook o cartaceo?
Credo che la magia del cartaceo sia insostituibile. Il suono delle pagine strette tra loro, l'odore del libro che ci fa capire la sua età e poi vederlo su uno scaffale accende molti ricordi.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Inizialmente il mio primo libro (2012) non doveva essere un libro, era nato come sfogo, invenzione e liberazione personale, poi non riuscivo più a tener ferma la mano e la mente, diventava sempre più una storia e quando la vergogna si nascose ne approfittai per trasformalo in un libro, ero curioso di farmi scoprire come nessuno credeva mai.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Una situazione che ricordo è che ero ad un bar con mia moglie e dal niente iniziai a parlare di una possibile storia, la stavo cercando. Lei dopo aver sentito le mie poche idee a disposizione mi fermò, mi disse di amplificarle e di iniziare un nuovo libro, così feci. Non persi tempo, tutto mi uscii senza complicazioni, anche se non mi accontentavo mai di che cosa creavo, cercavo continuamente degli aspetti mai affrontati, così mi accostai molto alle parole, sorpresa e invidia.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È davvero complicato rappresentarlo su un foglio ciò che provo. Sarebbe come capire dove nasce e muore un arcobaleno, così da poterlo toccare, impossibile. Mi rendo conto del tutto quando vedo le persone con in mano il mio lavoro, a volte penso che non ce l'avrei mai fatta, sbagliavo in continuazione. Quando le mie parole si racchiudono fino a baciarsi, apro gli occhi in maniera decisa e penso che vivrò sempre dentro alle mie storie, che ognuno potrà portarmi dove desidera.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sono stato molto bravo a non cadere nella voglia di farlo leggere alle persone più strette, desidero che sia una sorpresa per tutti. La prima persona che ha letto il mio libro è stata Gerarda del vostro staff.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un’ottima opportunità per le persone più sfortunate che non posso accedere alla lettura, perché tutti hanno diritto di coltivare i propri hobby e di fare ciò che li renda felici. Non ci devono essere paletti.

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