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BookSprint Edizioni Blog

06 Mag
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Intervista all'autore -Shaarymah Villani -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È una sorta di liberazione. Non c’è un momento specifico della giornata o della settimana in cui mi prefiggo di farlo, viene e basta quando ho bisogno di fermare i pensieri e liberarmi.
È quasi una sensazione trascendentale, è ciò che “viene scritto” che chiede di essere liberato, come dire… le mie mani sono solo un tramite tra la storia e la penna.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Si dice che ogni scritto sia come un figlio, una creatura a cui diamo vita e, sicuramente ogni personaggio risiede in qualche modo nella nostra anima ed è come se “ci abitasse” da sempre. La “vita onirica” è la parte più presente nel libro e forse anche quella fondamentale. Anche nella mia vita è presente un “eterno avvinghiarsi” tra sogno e realtà tangibile.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In primis dare luce ad una storia soffocata da troppe menzogne e dare libera voce ad un amore che aveva bisogno di essere visto dalla prospettiva dei diretti interessati e, la necessità di “aggiustare il tiro del destino” trovando un modo per dare un lieto fine. Quindi… Ricerca, giustizia e liberazione.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Sono sincera, ci ho pensato molto e alla fine è stata la scelta più semplice. All’inizio pensavo a qualcosa di più complesso e più lungo, poi ho pensato all’essenza della storia e mi sono venute queste parole in successione “Anime del tempo” … molto spesso ho anche pensato che poteva essere più giusto Anime “nel” tempo, ma non per la mia storia. Le “mie anime” sono effettivamente succubi e prigioniere di un tempo che si prende gioco di loro e quindi gli appartengono, finché non si ritroveranno di nuovo insieme.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
E come si fa a scegliere? Amo tanti libri e tanti autori che porterei una comitiva e delle valigie piene su quest’isola. Sicuramente Oscar Wilde con annessi racconti e romanzi e Jane Austen con i suoi. I loro scritti sono al contempo ironici ma veri, nessuno dei due ha avuto una vita rose e fiori ma ha saputo mantenere la leggerezza in ciò che scriveva ma con una malinconia di fondo. Poi non potrei assolutamente lasciare a casa Cime tempestose di Emily Brontë che amo da quando ero piccola, anche se è davvero molto duro e viscerale... e Good Omens di Neil Gaiman e Terry Pratchett, questo libro mi ha cambiato la vita in modo positivo, mi ha lasciato una pace che non ha fatto nessun altro libro.
Ognuno di loro mi ha dato qualcosa che ha impreziosito me e il mio modo di vedere le cose e la vita, non potrei scegliere.
 
Ebook o cartaceo?
Sceglierei sempre sicuramente il cartaceo essendo amante delle pagine, dell’odore dei libri e dell’avere sempre a portata di mano le cose “tangibili”. Non mi fido molto della tecnologia e questo incide. Ma mi rendo conto che l’Ebook è molto pratico ed ergonomico per molte cose e molte persone e, soprattutto essendo ambientalista è una cosa che va a favore degli alberi. Sicuramente la combinazione perfetta per me in questo caso, sarebbe stampare libri con carta riciclata.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non credo sia una cosa che si decide, è piuttosto una cosa che si sente. Un giorno scrivi e ti rendi conto che ti fa star bene e che quello stai scrivendo non è proprio male e forse potrebbe leggerlo qualcun altro. Poi magari fai leggere qualcosa a qualcuno senza dire che sono frutti della tua penna e ti chiede “bello, chi lo ha scritto?” e pensi che forse potrebbe essere la strada giusta. Certamente per farlo come lavoro devi avere molto talento ma, anche molta fortuna e il “colpo giusto”.
Se è un sogno nel cassetto si deve mettere in conto che non è facile farsi conoscere e apprezzare per far sì che diventi la propria carriera… Io ho questa passione da quando ero bambina e non l’ho mai abbandonata: un difetto “pesante” che ho è la testardaggine ma guardata dal punto di vista dei pregi è determinazione. Infatti questo libro era già in “cantiere” da prima della mia adolescenza...Ed eccolo qua, ci si deve sempre credere.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ritorno quasi alla prima risposta; è venuto da sé, quasi a voler chiedere lui di esser scritto. I personaggi mi abitavano come anche quei luoghi della storia, quei sogni… Non ho scritto prima una parte intermedia o la fine e poi dopo l’inizio, non avevo post-it né idee accozzate su appunti. La prima pagina è stata la prima e quella finale è stata l’ultima che ho scritto. Si è quasi scritto da solo in modo lineare. Certamente posso dire di aver avuto un blocco prima di terminarlo, un blocco durato molti mesi; non riuscivo ad affrontare la parte della morte di Paolo e Francesca ma, un giorno mi sono detta “coraggio, devi pur finirlo, non sei il tipo di persona che lascia le cose in sospeso!” così tra lacrime e sospiri trattenuti, l’ho terminato. Era il 2013 e avevo quasi 17 anni.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sicuramente è una gioia inspiegabile. Significa che ciò che scrivi viene apprezzato e hai qualcuno che crede in te e in ciò che è venuto dalla tua mente e le tue mani. Una casa editrice che ti appoggia, che considera le tue opinioni aiutandoti a rendere “palpabili” le tue parole credo non abbia prezzo. Significa che qualcosa di buono lo hai scritto e potrà leggerlo ed apprezzarlo anche un pubblico più vasto. Io credo che quando un libro viene letto, viene letta una parte dell’anima di chi lo ha scritto ed automaticamente la rende libera.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre, è sempre lei che legge per prima le cose che scrivo. Sa essere obiettiva e darmi giusti consigli, anche duri quando serve.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io ringrazio di cuore chi lo abbia inventato. Ricordo che quand’ero piccola c’erano le cassette con le fiabe sonore, le ascoltavo sempre con mio nonno, viveva con me ed era non vedente da quando aveva 18 anni. Se gli audiolibri fossero esistiti già da prima, lui avrebbe potuto “leggere” molto di più, anche se lo faceva con il braille ma non quanto avrebbe voluto per una questione di tempo... faceva il giornalista ed era molto ingegnoso, sia da un punto di vista generale che per come giostrava il suo lavoro con la sua “difficoltà”. Perciò ogni volta che qualcuno mi chiede degli audiolibri, non posso che dire “Siano benedetti!” perché penso a lui e a come li avrebbe amati.

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2 COMMENTI

  • Link al commento Antonio Annarulo inviato da Antonio Annarulo

    Salve, ho avuto modo di leggere quest'opera nella versione e-book, nella sua prima edizione del 2018 e l'ho trovata molto interessante. Nella sua scrittura fresca, l'autrice vuole dare nuova luce ad una storia d'amore struggente e decide così di rendere giustizia ai due innamorati finiti nell'inferno di Dante, rei solo di essersi troppo amati.
    E lo fa con passione e grazia. Acquisterò anche la nuova versione cartacea. Trovo importante incentivare questi giovani talenti a continuare sulla strada dell'arte della scrittura. E questa ragazza secondo me, ha molta stoffa per diventare una scrittrice di successo.

    Venerdì, 12 Maggio 2023 18:34
  • Link al commento Ciro inviato da Ciro

    Che bella persona che sei, Shaarymaah. Apprezzo la spontaneità e la passione che esce da questa intervista. Amo il genere storico è sono un cultore della Divina Commedia ma, credo che tu, a questo abbia anche aggiunto un tocco personale, originale. Se dovessi definirlo questo genere con un aggettivo, quale sarebbe?
    Grazie e complimenti. Lo comprerò sicuramente

    Giovedì, 11 Maggio 2023 12:55

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