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BookSprint Edizioni Blog

03 Mag
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Intervista all'autore - Silvia Pizza -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Silvia Pizza è nata a Lucca e vive e lavora a Pescia, nella provincia pistoiese.
Ha esordito con tre romanzi, cinque sillogi di poesie, tre antologie tra saggi, riflessioni e divagazioni d'impronta psicologica.
Racconta di sé con un lessico schietto, esplicito, profondo e trasmette questa passione letteraria sui canali social, postando tanto componimenti inediti e altrettanti pensieri oculati sull'introspezione, sulla psicologia femminile, sull'adolescenza, sulle relazioni umane e sui conflitti esistenziali.
Negli ultimi cinque anni, Silvia si è fatta conoscere in qualità di scrittrice anche su Facebook e Instagram, esponendo la sua scrittura senza confini, senza prevenzione e senza freni e scegliendo un approccio franco, intenso, autentico.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Eh, bella domanda!
Piuttosto ostica, se si vuole essere incisivi e mirati ad un'educazione culturale ampia e significativa... Dipende chi ho difronte e quanto sia affezionato e portato alla lettura di romanzi impegnativi.
Potrei citare dei titoli di libri - che hanno fatto storia in me! - che il mio prof. di Lettere mi consiglio a suo tempo, quando ero stata adolescente io, durante i primi anni del liceo.
Tra questi libri, sono affezionata al Il giovane Holden di J. D. Salinger, Sulla strada di Jack Kerouac, Il piacere di Gabriel D'Annunzio, L'amante di Lady Chatterley di Lawrence, Gente di Dublino di James Joyce, La coscienza di Zeno di Italo Svevo.
Questi autori di narrativa sicuramente, sono molto formativi ed edificanti.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che sia di tendenza l'e-Book nelle ultime generazioni, soprattutto ai fini scolastici e per la diffusione massiccia tra i giovani delle applicazioni social, quali Instagram, Tik Tok, WhatsApp, Telegram e Messenger per chattare.
Io personalmente, sono ancora fedele al libro cartaceo e rimango tradizionalista per amore profondo verso i libri e tutto quello che concerne l'organizzazione del contenuto, i capitoli, la prefazione, la postfazione, i ringraziamenti, la dedica e la copertina con l'immagine che ne rappresenta il titolo.
Sono una scrittrice vecchio stile, ma ne sono anche orgogliosa per la generazione che rappresento.
Io non possiedo un e-reader a favore dell'e-book, perché fondamentalmente, non ne sento proprio il bisogno.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è indubbiamente un amore ponderato, ma non solo ... È un tuffo emozionale nella psicologia e nel cuore dello scrittore.
È una passione sempre in divenire, che esplode con impetuosità (quando è di getto e non si placa, se non segue l'ispirazione che guida), con intensità emozionale e profondità d'animo.
È un’arte impegnativa, meticolosa, pignola ma estremamente gratificante a livello intellettivo ed emotivo. Tanto da non poterne più fare a meno!
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Scrivere questo romanzo mi ha permesso di sviscerare debolezze e fragilità trattenute in sordina, per affrontare una quotidianità, per lo più imprevedibile, ma con il coraggio di una combattente.
Tante situazioni vissute in privato, mi hanno spinto a smussare certi miei spigoli caratteriali, a prendermi cura delle persone fragili o che attraversano dei conflitti esistenziali piuttosto delicati, per cui bisogna mettersi a disposizione altrui, in punta di piedi, con tanta discrezione e riservatezza.
In un certo senso, il mio libro è il frutto di un lavoro psicologico che ho fatto a ritroso nel tempo, ove emerge la voglia di calore, di intimità genuina, di coinvolgimento sentimentale, di voglia di futuro e di cose essenziali, come gli abbracci, stringere le mani, cingere la vita del partner, correre in bicicletta, dedicarsi alla famiglia, alle passioni, all'arte e altri svaghi sani.
Sono stata motivata dalle persone che mi vivono accanto, a scrivere quasi tutti i giorni e a mettere a fuoco i valori della convivialità, dell'aggiungi un posto a tavola e un letto in più, in caso di necessità e della condivisione di tanti momenti in armonia, pur di allietare gli animi turbati.
E così, è nato il mio romanzo!
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La relazione che i miei protagonisti vivono è un susseguirsi di situazioni spassose, esilaranti e irresistibili, ma anche di schermaglie risolvibili e di malintesi rimediabili. Perché Giada e Edoardo sono consapevoli che il loro incontro è voluto dal destino ed è decretato a lasciare un segno indelebile nella vita di entrambi.
Sì, loro se lo sentono in cuor loro, lo percepiscono con l'impeto e lo struggimento di viversi, con la foga di due adulti innamorati ma forgiati dalle esperienze del proprio vissuto.
E poi, il vissuto ha sempre un peso ingombrante su ogni persona, per lo più con l'incombere del passato sul presente e, lo strascicarsi di paure, di patimenti e d'insicurezze.
Tuttavia, l'amore maturo non vuol più gravare sul vissuto di Giada e su quello di Edoardo.
Bensì, lo vuole alleggerire e accarezzare di fiducia e di complicità per tenere a bada le tensioni, gli stati d'animo e le emozioni che sfociano, in un divenire sempre più articolato. L'amore maturo si consolida con impegni, con responsabilità e concretezza, che poi sono necessari per andare avanti, nelle giuste prospettive di coppia.
Edoardo e Giada lo sanno e agiscono uniti, per compensare le loro differenze e integrare le loro diversità.
Perché essere diversi nei gusti, nelle passioni e negli svaghi non sia mai motivo di controversia, di discordia o d'incomprensione ma piuttosto, sia di ricchezza di vedute per due universi che si compenetrano, l'uno nell'altra e viceversa.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è diventata importante alla fine del mio percorso universitario, in quanto ho preso coscienza della mia passione per la narrativa, per la poesia e per le epistole d'amore.
Infatti, mi sono scoperta appassionata a scrivere diari e tantissime lettere sentimentali per alcuni amori del passato per lo più irraggiungibili per la giovane donna, qual ero stata.
E tra poesie struggenti e pagine di diario ricche di stati d'animo, di emozioni e di batticuori, mi sono allenata alla scrittura d'impronta psicologica e intimista.
Comunque, già all'età di dieci anni, sognavo di diventare una scrittrice da grande.
Forse perché ho sempre letto tanti libri fin dalle elementari, forse perché ho avuto la fortuna di avere un bravo professore di letteratura i primi due anni del liceo che mi ha stimolata a crescere nella lettura di libri specifici per le epoche che si studiavano in classe e a farmi amare tanti autori del decadentismo italiano ed europeo e, così anche dei poeti latini che sono stati dei pilastri colossali per sviluppare la mia voglia di poetica e realizzarla di mio pugno.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, ci sono tanti episodi personali che mi legano al libro.
Soprattutto c'è stata tanta voglia di riscoprire il calore umano, quello pulito e genuino, di trattenerlo nel cuore e di conservarlo per i tempi di magra ... Perché, ahimè, ci sono anche quelli e si attraversano dei periodi della vita molto combattuti e difficili per le implicazioni emotive che lasciano addosso e per gli strascichi di fragilità e d'insicurezze che, inevitabilmente turbano il presente, con tutti gli oneri e gli umori ballerini che ne seguono.
Però, sono dell'avviso che non tutto il male ricevuto nel corso della vita, viene per nuocere e ce lo dimostrano i protagonisti del mio romanzo.
Infatti, Edoardo e Giada cercano a più riprese, di superare le loro debolezze, mettendosi per primi, nella scala delle priorità, come a dire:
"Se non sto bene io, non posso nemmeno occuparmi degli altri e, non imparerò mai a volermi bene, come merito!"
Ricordo con piacere l'approccio col quale Edoardo ha sorpreso Giada, quando l'ha voluta incontrare nuovamente dopo un salto temporale di ben 35 anni. Questo dimostra che gli incontri che durano per il resto della propria vita, arrivano all'improvviso, in un momento imprecisato, nel quale si è pronti a riceverli, ma saranno sempre, senza preavviso.
Così, vale la pena rischiare per la persona che stravolge ogni emozione, ogni senso e ogni ragionamento plausibile.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, c'è stato un momento nel corso della stesura del mio romanzo che non trovavo la quadra per completarlo e, quindi, avendolo sviluppato per due terzi, mi mancava la prosecuzione per la parte finale.
Ecco, lì sono stata abbastanza in sospensione, come se non riuscissi a trovare il bandolo della matassa.
Poi, meditando a lungo, circa per tre settimane, ho capito come dare la svolta che cercavo all'epilogo del libro.
Ho maturato da sola la quadra che andavo cercando, ma ho colto dei segnali interessanti da alcune conversazioni private che mi hanno indotto a dare la spinta di accelerazione, allo svolgimento conclusivo del mio libro.
E nel giro di qualche settimana, ho potuto finirlo nella prospettiva scelta.
Ma non è stato facile tirare le somme, come si suol dire!
È stato piuttosto impegnativo dal punto di vista psicologico.
 
Il suo autore del passato preferito?
In passato, ho letto diversi autori contemporanei, senza avere una preferenza esclusiva, spaziando da quelli italiani a quelli statunitensi o di altre nazionalità europee.
Al liceo, preferivo gli autori decadentisti, quali Italo Svevo, Luigi Pirandello, Gabriel D'annunzio, James Joyce, Oscar Wilde, Nietzsche, Sigmund Freud, Arthur Schopenhauer.
Alcuni anni fa, mi sono appassionata a tanti autori emergenti coi quali mi sento più affine col tipo di lessico e di evoluzione letteraria, come Massimo Bisotti, Adessoscrivo, Irene Cao, Alessandro D'Avenia, Federica Bosco, Cristina Tognazzi.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che l'audiolibro sia una proposta editoriale molto allettante per la vita frenetica che si conduce oggigiorno, oltre che essere un ausilio molto utile per i non vedenti e per chi ha delle patologie oculari abbastanza invalidanti, ma non vuole perdere la bellezza della lettura di un buon libro.
Credo che anche un buon ascolto sia molto edificante a livello intellettivo, alla stregua della lettura visiva di un libro tradizionale in forma cartacea.
L'audiolibro può compensare la difficolta visiva di molti lettori anziani o comunque di lettori che si stancano facilmente a leggere un libro di poesia o di narrativa o di approfondimento culturale.

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